Imprenditrice e cantante, ereditiera e, per la Procura di Roma, al vertice di un'organizzazione dedita al contrabbando di derivati petroliferi e legata a clan malavitosi. Ma non è tutto. Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, ribattezzata Lady Petrolio, arrestata nell'aprile del 2021 e condannata lo scorso ottobre a 13 anni e 2 mesi di reclusione, rischia di tornare sul banco degli imputati. Questa volta con l'accusa di corruzione: avrebbe fatto avere costosi regali e buoni carburante e sue funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che, in cambio, avrebbero agevolato una delle aziende guidate dalla Bettozzi nel rilascio di alcune licenze.
Mafia, Lady Petrolio condannata a 13 anni e 2 mesi: Anna Bettozzi finisce in carcere
L'INTERROGATORIO
Il caso è emerso durante uno degli interrogatori fatti dall'imprenditrice, erede dell'impero economico del marito Sergio Di Cesare, già condannata con le accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, false fatture e reati fiscali (185 milioni evasi tra Iva, accise, Ires), il tutto con aggravante mafiosa. Sentita dagli inquirenti, all'epoca, la Bettozzi aveva parlato anche dei regali fatti ad alcuni funzionari delle Dogane di Roma in cambio di favori. Sotto inchiesta sono finiti Cinzia De Magistis e Giorgio Di Cesare, entrambi assistiti dall'avvocato Giorgio Martellino. Oltre alla Bettozzi è indagato anche il suo collaboratore Fabio Tulli, che è assistito dall'avvocato David Leggi. Per tutti quanti il pubblico ministero Carlo Villani ha firmato un avviso di conclusione delle indagini preliminari e a breve potrebbe procedere con una richiesta di rinvio a giudizio, che farebbe finire la Bettozzi di nuovo sul banco degli imputati.
I fatti contestati dalla procura vanno dal 2017 al 2019.
Truffa delle visite private a Roma, arrestato un cardiologo: niente fatture né versamenti alla Asl
I BUONI
Negli atti si legge che Fabio Tulli gli avrebbe consegnato - per conto della Bettozzi - una serie di buoni benzina. Lo stesso metodo di pagamento - 19 buoni del valore di 5 euro ciascuno - sarebbe stato utilizzato con Di Cesare anche da soggetti non identificati che gli avrebbero chiesto di intervenire per «condizionare l'attività ispettiva da lui condotta» nei confronti di un'altra società di combustibili. La ricostruzione degli inquirenti viene respinta dagli indagati: la De Magistris, sentita in Procura, per esempio, ha sostenuto di non avere mai fatto favoritismi e di non avere ricevuto regali dalla Bettozzi.