Francesco Vitale, indagata la compagna di uno dei rapitori: il pr morto precipitando da una finestra nella fuga

Terza indagata: come indizi a suo carico ci sono intercettazioni ambientali

Francesco Vitale, indagata la compagna di uno dei rapitori: il dg morto precipitando da una finistra nella fuga
di Valeria Di Corrado
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Martedì 25 Luglio 2023, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 17:37

C'è una terza persona arrestata nell'ambito dell'indagine sulla morte di Francesco Vitale, il pr barese con precedenti per droga precipitato il 22 febbraio scorso in circostanze misteriose dalla finestra del quinto piano di un palazzo in via Pescaglia, alla Magliana. Si chiama Ilaria Valentinetti (43 anni) ed è la compagna di Sergio Placidi, 48 anni, catturato i primi di marzo dai carabinieri in mezzo al traffico di via Pontina, vicino Pomezia, per sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso dell’ostaggio.

Francesco Vitale, l'ultima chiamata: «È finita, pensa tu al bimbo». I rapitori avevano chiesto un riscatto di 500mila euro

Pr barese morto, c'è un terzo indagato

La stessa accusa che aveva già portato in carcere Daniele Fabrizio e che ora viene contestata alla donna.

Il sequestro, secondo la Procura di Roma, aveva come obiettivo la riscossione di un credito di 500mila euro per una partita di cocaina non pagata dalla vittima. Anche la compagna di Placidi avrebbe partecipato, con un ruolo da carceriere: la notte tra il 21 e il 22 febbraio si è recata in taxi in via Pescaglia, con l'obiettivo di controllare l'ostaggio per alcune ore, dato che gli altri presunti rapitori si erano dovuti momentaneamente allontanare. Come indizi a carico della Valentinetti (finita in carcere domenica scorsa) ci sono intercettazioni ambientali, il segnale del GPS del suo cellulare e la testimonianza del tassista che l'ha accompagnata nel palazzo della Magliana dal quale poi è precipitato Vitale, detto "Ciccio Barbuto".

LE INDAGINI
Secondo i riscontri svolti dai carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dai pm Francesco Cascini e Francesco Minisci, il 44enne è stato segregato in quell’appartamento della scala D almeno 12 ore prima di cadere per una decina di metri nel cortile condominiale. Senza documenti e telefonino, con qualche euro in tasca. L’ipotesi è che abbia tentato una fuga disperata dalla finestra, ma ha perso l’equilibrio mentre cercava di calarsi al piano inferiore. Nella sua ultima telefonata alla compagna, prima di morire, aveva detto: «Amore mio, è finito tutto. Dovrai pensare da sola al nostro bambino».

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