Laurentino 38, gambizzazioni e coca: blitz e arresti. Anche i fratelli Muscedere: chi sono

Volevano “difendere” la piazza di spaccio: accusati del tentato omicidio di un tossicodipendente a settembre

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di Federica Pozzi
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Martedì 16 Aprile 2024, 06:02

Un brutto risveglio per la nota piazza di spaccio del Laurentino 38 che, alle prime luci dell’alba di ieri, ha visto piombarsi addosso decine di luci blu. Cinque gli arresti in esecuzione di altrettante misure cautelari, emesse dal gip di Roma, su richiesta della Dda. Si tratta dei fratelli Cristian e Tiziano Muscedere, accusati di tentato omicidio in concorso, Vincenzo Bevilacqua, accusato di spaccio e detenzione illegale di arma da fuoco, Lentini Maurizio e Katiuscia Di Maria, accusati di spaccio. I primi tre finiti in carcere, gli altri agli arresti domiciliari. Non solo i cinque, gli agenti nel corso della mattinata hanno eseguito anche decreti di perquisizione emessi nei confronti di 13 indagati, rinvenendo e sequestrando circa 300 mila euro in contanti e tre Rolex.

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Il blitz, effettuato dagli agenti del IX distretto Esposizione, con la collaborazione dei colleghi di San Paolo, Tor Carbone, Romanina, Primavalle, delle Volanti, del reparto prevenzione crimine, della Squadra Mobile, delle unità cinofile, della Scientifica e dei vigili del fuoco, nasce dalle indagini sul tentato omicidio, commesso dai fratelli Muscedere, ai danni di A.

C., 30 anni, amico del pregiudicato Bevilacqua, lo scorso 27 settembre.

LE INDAGINI

Nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2023, A.C. viene ferito a una gamba da due colpi di pistola e viene portato al Sant’Eugenio da un amico, dove viene operato e ricoverato. Interrogato dagli agenti non fornisce però una versione credibile dell’accaduto. Così partono le indagini, proprio dalle intercettazioni ambientali nella stanza di degenza della vittima. «Gli ho fatto casino sotto casa, questi lì hanno la piazza (di spaccio, ndr)», già dalla prima conversazione della persona offesa con i propri familiari è chiaro che sappia chi e perché l’ha aggredito. Passano i giorni e a ogni chiacchierata con amici e parenti, anche se mascherata da gesti e “bigliettini” per paura di essere ascoltati, emerge un nuovo pezzo del puzzle, fino ai nomi dei responsabili: i fratelli Cristian e Tiziano che abitano - e non solo - «all’ultimo ponte», l’XI, del «Laurentino 38». Una piazza di spaccio, quella gestita dai fratelli Muscedere che, come si legge negli atti della Procura, frutterebbe «sette otto mila euro al giorno».

Ma torniamo alla sera del 26 settembre. A.C. esce a bere con un suo amico, consumano insieme cocaina e poi vanno al Laurentino 38 per incontrare delle ragazze. Arrivano all’XI ponte e la vittima inizia a parlare a voce alta sotto ai portoni. «Non devi fa caciara qua sotto, noi qui ce lavoramo», gli urla un uomo dalla finestra - uno dei due fratelli Muscede. «Mo torno subito», risponde A.C, sotto i fumi dell’alcol e non solo. Così poco dopo torna, inizia una colluttazione con Tiziano mentre Cristian, che è poco più distante, esplode tre colpi: uno a terra e due sulla gamba destra del 30enne.

Mentre tutte le persone a conoscenza dei fatti parlano della fiorente piazza gestita dai due, dalle intercettazioni emerge la rabbia di Bevilacqua - amico di pugilato della vittima - che cerca vendetta per quanto accaduto. Solo amicizia? No. «Mi hanno fatto perdere tre chili (di cocaina, ndr), ci devono dà i soldi», dice quest’ultimo al telefono riferendosi alla partita di droga che, a causa delle perquisizioni scaturite in zona dopo la sparatoria, gli hanno procurato una perdita di «80 mila euro». Un sequestro dietro l’altro - anche di una calibro 38 che un amico gli stava tenendo a casa insieme a nove etti di droga - porta Bevilacqua ad abbandonare il solito fornitore e cercarne un altro. È in questo frangente che entrano in gioco Katiuscia Di Maria che consegna la nuova partita di cocaina a Bevilacqua e Maurizio Lentini, che lo aiuta «nella gestione della detenzione dello stupefacente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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