Passavano la droga ai clienti da una finestra al piano terra: chiuso il "bancomat" dello spaccio a Roma

Gli acquisti venivano concordati via sms con un codice per eludere le intercettazioni. Arrestati due Casamonica

Passavano la droga ai clienti da una casa al piano terra: chiuso il "bancomat" dello spaccio al Tuscolano
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Martedì 16 Aprile 2024, 06:02

“Armandone” e “Armandino” accomunati dallo stesso cognome “altisonante”, quello dei Casamonica, che spacciavano coca con un grado di purezza fra il 74 e il 77 per cento, in quell’agglomerato di palazzi fra le fermate della metro “Lucio Sestio” e “Giulio Agricola”. Come? Attraverso il cosiddetto “bancomat”, un sistema per il quale l’acquirente bussando tre volte alla serranda di un appartamento posto al piano terra passava poi nel pertugio della finestra il denaro ricevendo in cambio la dose. «L’appartamento in via Lucio Mummio 7, scala D interno 8 è stato indebitamente occupato da spacciatori», denunciavano «gli inquilini onesti che vivono qui da 50 anni» in un esposto anonimo presentato ai carabinieri della stazione Cinecittà nel giugno 2021. «Controllate», supplicavano i residenti e i militari hanno iniziato le verifiche con una serie di appostamenti che hanno cristallizzato quello che poi il gip Paola Della Monica ha ricostruito nell’ordinanza di custodia in carcere per i due Casamonica. Ovvero non un sistema di «cessioni sporadiche, operate con modalità rudimentali» ma uno «svolgimento organizzato di attività di spaccio con carattere di continuità».

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LA PIAZZA

Di fatto governato da un uomo - “Armandone”, al secolo Armando Casamonica, classe 1972 - già costretto al divieto di soggiorno nel Comune di Roma a seguito di un arresto arrivato nel novembre 2021 ed evidentemente disatteso considerate poi le indagini svolte. «Ho tanta voglia di vederti» scriveva all’uomo uno dei clienti, dove quel “Ho tanta” andava sciolto e letto in cifre: 80 euro in tasca per comprare la droga.

Le richieste che venivano avanzate come di consueto attraverso lo scambi di messaggi sui cellulari assumevano anche le forme più diverse.

UNA BIRRA PER UNA DOSE

Una dose poteva essere una “birra” oppure una “prenotazione al ristorante” o ancora “un biglietto per lo stadio”. Formule in codice neanche troppo innovative nella speranza di “bucare” le intercettazioni. Perché Armandone sapeva benissimo di essere controllato: «Stiamo pieni...di amichetti qua» scriveva l’uomo a un cliente che replicava: «Eh, mel o immaginavo! Stanno tutti la sotto ve?».

Armandone spacciava già tramite il sistema “bancomat” prima dell’arresto del novembre 2021 poi aveva continuato facendo solamente più attenzione ad alzare la serranda della finestra quel poco che bastava per intascare il denaro e passare la droga senza farsi vedere.

IL SISTEMA

Nel procacciamento dei clienti Armandino, anche lui registrato in anagrafe con il nome Armando, classe 1990 e fratello del più noto Salvatore Casamonica, fungeva da “gancio”. Come ripercorre infatti il gip nell’ordinanza di custodia cautelare uno degli acquirenti storici aveva contattato “Armandino” per l’acquisto di cocaina e poi «concluso l’accordo, della consegna si era occupato “Armandone”, secondo uno schema che emerge chiaramente anche dal filmato registrato nell’occasione: il cliente bussa alla finestra, dopo qualche secondo si alza l’avvolgibile, il cliente infila le banconote e dalla parte interna viene riposto sul davanzale (da Armandone) lo stupefacente che viene prelevato dal cliente». Questo tra l’altro permetteva, in caso di intervento immediato delle forze dell’ordine, di avere il tempo per disfarsi della droga gettandola nel wc.

Un altro aspetto che viene sottolineato dal gip riguarda l’origine di questa “piazza” di spaccio. «L’indagine ha preso in esame la zona ubicata in via del Quadraro 110, nota ai più come “salitella”» dove il clan Casamonica (da ultimo riconosciuto come mafioso dalla Cassazione) era «storicamente allocato. Gli sfollati a seguito dell’abbattimento di quelle case trovavano nuove dimore, per via legittima o per occupazione abusiva, in alcuni comprensori di edilizia popolare situati nel settore Roma-Sud, tra cui quello in questione, situato nel quartiere Cinecittà e, nello specifico, in via Calpurnio Fiamma».

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