Come noto, «Lady Asl» e il marito Andrea Cappelli sono stati al centro dell'indagine sulla Sanità nel Lazio, sviluppata dalla Procura della Repubblica di Roma e dai Carabinieri di via in Selci negli anni 2005 - 2009, indagine che fece emergere, fra l'altro, l'esistenza di un rodato sistema corruttivo che vedeva coinvolti anche funzionari pubblici delle Asl capitoline, che portò all'indebita erogazione di somme di denaro per milioni di euro a società fantasma (Ims e Medicom) riconducibili ai due menzionati imprenditori.
Grazie alle indagini di Procura e Carabinieri, già all'epoca furono sequestrati e restituiti al Servizio Sanitario Regionale, quasi 40 milioni di euro indebitamente percepiti dai coniugi, i quali sono stati poi condannati con sentenza definitiva per associazione per delinquere falso materiale, corruzione, truffa aggravata e frode processuale. Il provvedimento di confisca colpisce rapporti finanziari e 11 immobili a Roma, per un valore complessivo di oltre circa 20 milioni di euro.