Moschea chiusa per morosità: non paga l'affitto al Comune

Moschea chiusa per morosità: non paga l'affitto al Comune
di Mirko Polisano
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Martedì 6 Dicembre 2016, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 11:42

La moschea di Ostia finisce sotto sequestro. I sigilli sono stati apposti ieri mattina dopo un'operazione congiunta delle forze dell'ordine che si è svolta in due tempi. Il primo blitz è scattato poco prima di mezzogiorno quando polizia, carabinieri e vigili urbani hanno fatto irruzione nei sotterranei dell'ex Colonia Vittorio Emanuele sul lungomare Paolo Toscanelli per acquisire la documentazione. Gli agenti del X gruppo Mare, guidati dal comandante Antonio Di Maggio, hanno passato al setaccio autorizzazioni e permessi. I caschi bianchi hanno controllato ogni verbale. L'intero incartamento è stato valutato come «fallato» in quanto presenterebbe diverse «irregolarità». Così la struttura è stata sequestrata.
 



L'ORDINANZA
Sul centro di culto islamico pendeva già da qualche settimana un'ordinanza di sgombero, firmata dall'amministrazione del X Municipio. Da approfondite verifiche infatti era risultato che il luogo di preghiera dei musulmani, ospitato all'interno degli stabili di proprietà del comune di Roma era moroso da tempo. Lo spazio era anche finito nella lista dello scandalo «affittopoli» stilata dall'allora prefetto Tronca. Nella realtà, la convenzione firmata dal Comune di Roma e dall'associazione «Servi di Dio», stipulata con la mediazione dell'allora consigliere comunale dem Paolo Orneli a pochi giorni dalle elezioni amministrative del 2006, presenterebbe «incongruenze». Secondo il dipartimento Patrimonio non può essere applicato lo sconto dell'80 per cento, abitualmente accordato per le concessioni con fini sociali, perché l'utilizzo dell'immobile avrebbe fatto «venir meno i presupposti che giustificano la riduzione dell'indennità d'uso per l'utilizzo del bene».

LA CONCESSIONE
Una parte della moschea, infatti, è stata adibita ad abitazione privata per l'imam, violando i termini della concessione firmata quasi dieci anni fa. Per questo motivo l'amministrazione capitolina aveva avviato un'azione per chiedere all'Istituto il pagamento degli arretrati, valutati in circa 386 mila euro. «Abbiamo mostrato tutti i nostri registri ammette Youssef Al Moghazi, direttore del centro- a noi però hanno contestato solo la sicurezza dei luoghi e la mancanza degli estintori antincendio. L'imam dormiva all'interno per una necessità legata alla sua professione dovendo pregare più volte al giorno. Ora siamo senza moschea e chiediamo al comune una nuova sistemazione. Siamo cittadini italiani e vogliamo veder rispettati i nostri diritti». Il sequestro di ieri molto probabilmente è il primo passo verso il recupero dell'immobile. Il ripristino della legalità all'interno dell'ex colonia Vittorio Emanuele è stato al centro di un accordo tra la prefettura di Roma e la commissione straordinaria, presieduta dal prefetto Domenico Vulpiani, che amministra il X municipio da dopo il suo scioglimento per mafia. Lo step successivo riguarderà lo sgombero dell'ala della palazzina occupata abusivamente da sbandati, clandestini e senza fissa dimora. Un intervento che giù si preannuncia delicato sotto il profilo dell'ordine pubblico.
 

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