Roma, pestato dal branco sulla metro: uno degli aggressori torna a casa

Roma, pestato dal branco sulla metro: uno degli aggressori torna a casa
di Michela Allegri
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 08:16

Le telecamere di sorveglianza della metro B lo riprendono in volto, mentre spinge Maurizio Di Francescantonio, colpevole di aver detto a lui e ai suoi amici di smettere di fumare sul vagone. Ora, Luigi Riccitiello, finito in manette per tentato omicidio insieme agli amici Antonio Senneca e Gennaro Riccitiello, è uscito di prigione ed è tornato a casa. Il Tribunale del Riesame ha disposto che il giovane ventisettenne di Caserta sia sottoposto agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico. D'altronde, il ragazzo, difeso dagli avvocati Alessandro Valletta e Umberto Iannuzzo, è quello che meno di tutti ha infierito sulla vittima, limitandosi a dare il primo spintone e poi defilandosi lasciando campo libero ai compagni, che per il momento restano in carcere. Avrebbe anche fermato il pestaggio, invitando gli amici a fuggire prima dell'arrivo della polizia.

L'AGGRESSIONE
I fatti risalgono al 19 settembre. E' pomeriggio. I due Riccitiello e Senneca stanno tornando da un rave party. Non dormono da quasi due giorni e sono imbottiti di alcol e di stupefacenti. Fumano in metropolitana, fanno confusione. Di Francescantonio, 37 anni, decide d'intervenire. Chiede loro di spegnere le sigarette e si allontana. La reazione è violentissima: Luigi si alza, lo insegue e lo spinge. Gli altri due lo massacrano di botte, infierendo pure quando la vittima è in terra esanime. Anche la madre del trentasettenne viene colpita. Entrambi finiscono in ospedale. La donna riporta lievi lesioni, mentre suo figlio è in gravi condizioni. Si riprenderà, ma ha un trauma cranico e diverse fratture.

LA CATTURA
Nel frattempo, Luigi Riccitiello e Senneca vengono arrestati. Il loro complice torna a Napoli. Dopo una settimana, però, finisce pure lui in manette. Per il gip Ezio Damizia e per il pm Luigi Fede, i tre hanno picchiato «brutalmente due passeggeri inermi», consapevoli di poter uccidere. Nell'ordinanza si legge anche che gli arrestati «hanno manifestato totale incapacità di autocontrollo» e si sono dimostrati in grado di compiere atti di «inusitata violenza». Senneca, in lacrime durante l'interrogatorio di garanzia, ha dichiarato di avere ricordi confusi perché era «fatto». Aveva assunto un cocktail esplosivo di droghe: dalla cocaina all'eroina, dalle pasticche all'Mdma. Poche ore prima di piangere aveva anche tentato di opporsi all'arresto, prendendo a pugni la parete di cartongesso della Questura e guadagnandosi pure l'accusa di resistenza.