Massacrato in metro, gli aggressori erano 4: tra loro una ragazza

Massacrato in metro, gli aggressori erano 4: tra loro una ragazza
di Michela Allegri
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Mercoledì 21 Settembre 2016, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Due fermi per tentato omicidio, oggi la convalida in carcere e l’interrogatorio di garanzia. Ma non è finita qui. Il sospetto è che Antonio Senneca e Luigi Roccitiello, 27 e 25 anni, i due casertani accusati di aver massacrato di botte Maurizio Di Francescantonio su un vagone della metro B di Roma, non abbiano agito da soli. Ne è convinto il pm Luigi Fede, che ha già acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza piazzate sui treni e sulla banchina. Gli stessi filmati hanno consentito di identificare e arrestare gli aggressori, che sono detenuti a Regina Coeli per tentato omicidio. I giovani facevano parte di un gruppo di quattro persone. Insieme a loro c’erano infatti un amico e la fidanzata.

LE IPOTESI
Gli agenti di polizia giudiziaria che hanno iniziato a guardare le riprese, sostengono che anche il terzo giovane potrebbe aver partecipato al pestaggio. Ora rischia pure lui l’iscrizione sul registro degli indagati. La ragazza, invece, sarebbe rimasta in disparte, allontanandosi quando Maurizio era accasciato a terra in fin di vita, colpevole solo di aver chiesto ai picchiatori di smettere di fumare sul vagone, perché è vietato e perché dava fastidio a sua madre che lo accompagnava. Pure la donna è stata malmenata: al policlinico Umberto I, dove il figlio è ricoverato in prognosi riservata, i medici le hanno diagnosticato lesioni guaribili in 8 giorni.

LA SINDACA
Ieri, dopo un turbinio di tweet e post infuocati su Facebook, la sindaca Virginia Raggi e l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, sono andate a fare visita al trentasettenne. Il popolo del web non ha perdonato alla prima cittadina la mancanza di tempestività, visto che l’aggressione è avvenuta domenica. «Il sindaco un quarto d’ora per andare da quest’uomo non l’aveva?», si legge sui social. E ancora: «Neppure un messaggio, un video. Eppure quando vuole scrive». Alle 17, il post ufficiale su Facebook è arrivato: «Sono andata a trovare Maurizio - ha scritto la Raggi - questi episodi non devono più accadere. Ci costituiremo parte civile». In tandem con l’assessore Meleo, la sindaca ha promesso una stretta sulla sicurezza: «Stiamo lavorando per rafforzare presìdi e controlli nelle stazioni. Dobbiamo ricostruire un senso di comunità affinché nel futuro nessuno possa più trovarsi solo».

L’AGGRESSIONE
E’ successo tutto in pieno giorno, alle tre di pomeriggio. Maurizio, 37 anni, è nel vagone con sua madre Elena. All’altezza della fermata Castro Pretorio vede un gruppetto di quattro maleducati. «Stavano facendo un macello, urlavano, fumavano», racconta la vittima. All’ennesima sigaretta accesa, il trentasettenne interviene: «Non potete fumare dentro, è vietato», dice. In tutta risposta riceve un insulto: «Ma fatti i c… tuoi e vattene». Maurizio si allontana, mentre i ragazzi gli fanno gestacci. Decide di spostarsi quattro vagoni più in là. Senneca e Roccitiello, però, lo seguono. Uno barcolla, lo afferra per la maglia, lo colpisce talmente forte da farlo cadere. Continua a picchiarlo con calci e pugni, e colpisce anche Elena, che tenta di proteggere il figlio. L’amico lo raggiunge. Per fare più in fretta scende a una fermata e scavalca i vagoni passando dall’esterno. Infierisce su Maurizio che è raggomitolato sul pavimento del treno. A questo punto, secondo la prima ricostruzione degli investigatori, si sarebbe inserito il terzo uomo. Avrebbe lasciato sola la ragazza e, nella concitazione generale, sarebbe intervento per dare man forte ai compagni. Alla stazione Bologna, i passeggeri avvisano il vigilante. Il gruppetto di picchiatori si allontana, qualcuno tenta di inseguirli. Saranno gli agenti di polizia a trovarli. Riconosciuti dai testimoni, Senneca e Roccitiello finiscono in manette. Al momento del fermo sono arroganti e su di giri. Insultano gli operanti, tentano di fare resistenza. Poi, vengono portati in carcere. Maurizio viene ricoverato all’Umberto I. Ha un trauma cranico, fratture e un’emorragia cerebrale. 

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