Roma, chiusi 90 bagni pubblici: la manutenzione non c'è

Roma, chiusi 90 bagni pubblici: la manutenzione non c'è
di Fabio Rossi
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Sabato 25 Febbraio 2017, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 13:00

Dovevano essere il simbolo dell'ospitalità di Roma per turisti e pellegrini, durante (e soprattutto dopo) il Giubileo. Tanto che tra gli ultimi atti di Ignazio Marino, prima di lasciare Palazzo Senatorio, c'era l'ordinanza relativa alla gara da 970 mila euro per il ripristino e l'attivazione di otto bagni pubblici, inseriti nel dossier delle opere pubbliche da realizzare per l'Anno Santo. Ma ora, scaduto l'affidamento all'Ama della loro manutenzione, i vespasiani della Città eterna sono tutti rigorosamente chiusi. Lasciando a romani e turisti la classica gita al bar (possibilmente con consumazione) per i propri bisogni fisiologici e, tanto per non farci mancare nulla, anche l'ennesimo buchetto nei conti dell'amministrazione comunale: a fronte di una spesa di 700 mila euro per tenerli aperti - di cui 500 mila pagati dal Campidoglio e 200 mila direttamente dall'Ama - nel 2016 sono stati incassati soltanto 33 mila euro. I vespasiani, infatti, sono servizi pubblici a pagamento, con tariffa fissa di un euro.

IL PIANO
Gli ultimi ad aprire, a giugno scorso, sono stati gli otto impianti - con 68 stalli complessivi all'interno - ristrutturati e modernizzati con i lavori del Giubileo (ma inaugurati ben dopo l'apertura della Porta Santa) tra Colosseo, Pincio, Castel Sant'Angelo, piazza Risorgimento (tra la stazione della metropolitana Ottaviano e Lepanto), San Paolo, largo Porta Cavalleggeri, Gianicolo e via di Ripetta. Alcuni come quello di Castel Sant'Angelo erano stati costruiti per l'Anno Santo del Duemila ma poi erano stati chiusi subito dopo. Anche questa volta, se il buongiorno si vede dal mattino, l'andazzo non sembra diverso.

LA MAPPA
All'assessorato capitolino all'ambiente non c'è neppure un quadro chiaro della situazione: sul sito dell'Ama non c'è più un elenco di bagni pubblici, mentre l'ultima lista in possesso dello 060606 ne conta 57, a cui vanno però aggiunti gli otto vespasiani aperti per il Giubileo. Nella Capitale complessivamente ci sarebbero circa 90 impianti, tutti però inutilizzabili fino a quando non sarà assegnato un nuovo appalto per pulizia e manutenzione. «La chiusura di tutti i bagni pubblici rappresenta simbolicamente la sensazione di degrado che offusca l'immagine della Capitale - commenta il vice presidente dell'assemblea capitolina Andrea De Priamo (Fdi) - Anche su questo tema la giunta grillina ha perso tempo: ora è urgente fare la gara per riattivare il servizio e immaginare forme di gestione miste, attraverso bandi pubblici». Purché non si aspetti il nuovo Giubileo, nel 2025.
 

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