Eur, musei in vendita. Morassut: «Il codice dei beni culturali impedisce di vendere i palazzi storici»

Eur, musei in vendita. Morassut: «Il codice dei beni culturali impedisce di vendere i palazzi storici»
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Martedì 17 Febbraio 2015, 11:04
«Chiunque si avventurasse sulla strada della vendita dei palazzi storici dell'Eur commetterebbe un errore grossolano in primo luogo dal punto di vista della corretta adesione alle leggi vigenti». Lo scrive Roberto Morassut, Membro dell'VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici). «Il Codice dei Beni culturali – spiega –, nel combinato disposto degli articoli 54 e 10 (comme 3 lettera d), stabilisce che quei beni fanno parte del patrimonio pubblico non alienabile, sia per le attività che essi ospitano (biblioteche, musei e archivi), sia per il fatto che quegli immobili rappresentano riferimenti e testimonianze della storia politica e della identità nazionale».



«In generale – continua Morassut – l'intero complesso storico dell'Eur - il blocco degli edifici progettato e in parte realizzato tra la fine degli anni Trenta e la Seconda Guerra Mondiale e completato successivamente - va considerato alla stessa stregua. È chiaro che la decisione di vendere quei beni incontrerà l'opposizione e la contrarietà di chi considera un grave precedente averla assunta». «Il mondo della cultura e dell'architettura, la comunità degli urbanisti non possono restare indifferenti.
D'altra parte appare incomprensibile come non sia stato deciso di percorrere altre strade per ricapitalizzare Eur. A partire dalla dismissione di altri importanti asset immobiliari che sono nella disponibilità della Società, che hanno un importante valore ma che non comportano problemi di alcuna natura sul piano storico e culturale». «Si tratta di una decisione da rivedere – conclude il deputato PD – e mi auguro che il Mibact e le Sopraintendenze che dovranno pronunciarsi su questa scelta facciano valere quanto stabilito nel Codice 42/2004. Nello stesso tempo attendiamo che il MEF ed il Mibact rispondano alle interrogazioni presentate in Parlamento su questa vicenda a partire da quella da me presentata fin dal giorno 5 febbraio».
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