Roma, vandali contro l'Elefantino di piazza Minerva: nessuna telecamera sulla piazza

Roma, vandali contro l'Elefantino di piazza Minerva: nessuna telecamera sulla piazza
di Laura Larcan
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Martedì 15 Novembre 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:03

Ancora non si ha un'identità, un colpevole, una faccia, un nome. Il movente? Solo ipotizzabile. Una goliardata, un gioco da movida notturna finito male, un selfie col feticismo del monumento antico. Insomma, resta ancora irrisolto il caso dell'atto vandalico che ha oltraggiato il famoso Elefantino della Minerva, il gioiello commissionato da Papa Alessandro VII Chigi a Gian Lorenzo Bernini che lo progettò avvalendosi per la realizzazione (era il 1667) di Ercole Ferrata, uno scultore suo collaboratore fidato. Il monumento-tesoro di piazza della Minerva, simbolo di sapienza, ha perso la punta della zanna di sinistra, un frammento a forma di cono, lungo oltre dodici centimetri e largo otto.

OPERAZIONE COMPLICATA
Un danno consumatosi nella notte tra domenica e lunedì, che non ha ancora un colpevole. Motivo? Perché ancora deve essere completata da parte dei vigili urbani l'analisi delle immagini registrate dalla telecamera sul posto. Operazione che si è dimostrata quanto mai complicata, e non così scontata. Nonostante piazza della Minerva sia un'area di pregio, dal carattere fortemente monumentale, non è sottoposta ad un sistema diffuso di videosorveglianza. A farne le spese, ovviamente l'Elefantino del Bernini, che non è sottoposto a nessun sistema di videosorveglianza, nonostante sia un monumento vincolato, di gran prestigio, in consegna alla Sovrintendenza Capitolina.
L'unica telecamera a disposizione è quella in dotazione alla Biblioteca Giovanni Spadolini del Senato. Immagini preziose che potrebbero aiutare a fare chiarezza sulla dinamica dei fatti. Ma da quanto si apprende, la consegna della video-registrazione al gruppo dei vigili della giudiziaria avverrà solo oggi, tempi burocratici permettendo. Una lungaggine che peserà sull'esito delle indagini? Eppure l'allarme è scattato ieri mattina presto. Ad accorgesi del vistoso danno inferto alla statua del Bernini, due turiste spagnole di passaggio a piazza della Minerva, che hanno notato il grosso reperto a terra, più un altro frammento più piccolo poco distante.

LE TURISTE
Hanno allertato subito i primi agenti che hanno incontrato per strada e alle 9,20 è arrivata la chiamata d'urgenza al comando della Polizia Municipale, che ha innescato le indagini da parte degli agenti del Gruppo Trevi per scoprire i responsabili.
Come rende noto la consigliera del I Municipio Nathalie Naim, che ha seguito da vicino tutta la vicenda, il Comando dei vigili non è in possesso «neppure di un elenco delle telecamere presenti sul territorio, anche se lo ha chiesto». «E sì che sarebbe utile - dice - Ogni volta gli agenti devono andare sul posto perdono tempo prezioso per vedere se c'è qualche telecamera disponibile. Così il malfattore ha tutto il tempo di dileguarsi». Insomma, la risorsa hi-tech delle telecamere sembra giocare brutti scherzi al patrimonio storico artistico di Roma. Non si è potuto contare neanche sugli occhi tecnologici della Centrale di monitoraggio della Sovrintendenza capitolina con la sua famosa cabina di regia allestita presso Palazzo Braschi.

LE FALLE
Da quanto si è appreso, infatti, su piazza della Minerva non è stata mai predisposta alcuna telecamera collegata alla centrale del Comune di Roma. Perché? Semplice: nessun monitoraggio su piazze o monumenti, perché la priorità è sempre stata quella del sistema dei musei civici. Più sale museali che piazze esterne, dunque, per la Centrale che venne istituita sotto l'amministrazione di Gianni Alemanno e fortemente voluta dall'allora sovrintendente Umberto Broccoli. Telecamere ridotte, dunque. Diversamente, sarebbe stata una spesa troppo alta, commentano negli uffici di Palazzo Lovatelli. Ma l'obiettivo era il controllo da remoto di sedi e siti museali. Fatto sta che l'Elefantino del Bernini rischia di rimanere senza giustizia.
E la protesta monta. «Quanti altri monumenti dobbiamo vedere distruggere prima che si intervenga per tutelarli?», si chiede la consigliera Naim. «Quanto accaduto all'Elefantino della Minerva era annunciato, tante volte i cittadini hanno chiesto interventi per i festini e bivacchi alcolici sul monumento, gente che si arrampica che lancia bottiglie», insiste la Naim che denuncia l'assenza di ogni controllo in questi luoghi monumentali, considerando che la notte «c'è in servizio una sola pattuglia di vigili urbani per tutto il centro storico». Quanto è sottovalutato, allora, il rischio, il business dell'alcol, il divertimento fuori controllo? Il patrimonio storico sembra la principale vittima.