Roma, condannato per bancarotta un imprenditore che aveva appalti in Vaticano e nei ministeri

Roma, condannato per bancarotta un imprenditore che aveva appalti in Vaticano e nei ministeri
di Michela Allegri
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Giovedì 6 Ottobre 2016, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 08:39
Una voragine scavata nelle casse di due aziende, e una crack finanziario calcolato da 11 milioni di euro. L'imprenditore Angelo Proietti aveva programmato ogni mossa: per anni ha sottratto soldi dai conti riconducibili a due sue società, portandole così al fallimento. Non pensava però che sarebbe stato scoperto, arrestato e, infine, condannato. Ieri, dal banco degli imputati, in accordo con il pubblico ministero Stefano Rocco Fava e il gip Giovanni Giorgianni, ha patteggiato 3 anni e 3 mesi di reclusione con l'accusa di bancarotta fraudolenta aggravata. Lo scorso maggio, Proietti, che è stato difeso dagli avvocati Pierpaolo Dell'Anno e Michelangelo Curti, era finito ai domiciliari su disposizione del gip Cinzia Parasporo. I suoi conti correnti erano stati sequestrati. Per gli inquirenti, l'imprenditore avrebbe letteralmente svuotato le casse di due società a lui riconducibili, portando le aziende al fallimento in modo consapevole.

APPALTI IN VATICANO
L'inchiesta della Procura era partito da accertamenti mirati nei confronti della Edil Ars srl, azienda che si occupava di lavori edili, costruzioni, ristrutturazioni e restauro di opere d'arte. La Edil curava appalti di rilievo: lavorava per il Vaticano, per diversi ministeri e con la Sogei, società di information technology del ministero dell'Economia. Dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia valutaria della Finanza è emerso che la Edil Ars aveva accumulato una sfilza di debiti tributari tra il 2007 e il 2012. Nel maggio del 2013, era poi stata incorporata nella Emiroma srl, altra azienda riconducibile a Proietti. Appena prima della fusione, però, la società in fallimento avrebbe ceduto il principale ramo aziendale alla A.P. Costruzioni generale srl, amministrata sempre dall'imputato.

IL FALLIMENTO
Per gli inquirenti, l'accordo alla base della cessione era totalmente squilibrato: le immobilizzazioni materiali e i contratti in corso erano stati ceduti al prezzo di circa 2,5 milioni di euro, con esclusione dei debiti e dei crediti aziendali. La Emiroma non ha avuto una lunga vita: è stata dichiarata fallita nel maggio del 2015 per debiti. La AP Costruzioni ha fatto la stessa fine: su disposizione del Tribunale di Roma, ha chiuso i battenti lo scorso marzo. Gli inquirenti hanno però scoperto che, mentre si avviava al dissesto, la prima società avrebbe effettuato numerosi versamenti a titolo di finanziamento nei confronti della seconda azienda. Per chi indaga, si tratta di operazioni illecite e di evidente carattere «distrattivo».

LA BANCAROTTA
Nel capo d'imputazione si legge che, in qualità di amministratore unico della Edil Ars dal 3 marzo 1999 al 16 agosto 2011 e, successivamente, di amministratore di fatto e dominus della società, incorporata a maggio del 2013 dalla Emiroma srl, Proietti avrebbe «distratto beni dal patrimonio della società» anche mediante 256 prelievi di contanti, dall'11 gennaio 2005 al 2 febbraio 2012. La bancarotta fraudolenta è aggravata dall'aver provocato un danno patrimoniale di «rilevante gravità». Dagli accertamenti sono emersi anche molti prelievi in contanti effettuati da Proietti nel corso degli anni. Sono spuntati anche alcuni conti a lui intestati aperti allo Ior, l'istinto di credito del Vaticano. E' qui che, per la Finanza, l'imprenditore avrebbe versato i pagamenti destinati alla Edil Ars per molti lavori. Dal 2004 al 2014, l'imputato avrebbe effettuato movimentazioni bancarie in uscita per circa 9,5 milioni di euro.