Roma, Atac in profondo rosso: spunta l'ombra del fallimento. M5S: «No al commissario»

Roma, Atac in profondo rosso: spunta l'ombra del fallimento. M5S: «No al commissario»
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 08:36

Su Atac le parole non lasciano spazio a mediazioni, ma sono i numeri, ossia i bilanci in rosso, il vero spettro da scacciare. La risposta del M5S al commissariamento dell'Atac, come da odg passato in Senato, è muscolare. «Deve rimanere pubblica, la vogliono svendere», per l'assessore Linda Meleo. «E' una proposta assurda e ridicola», ribadisce Enrico Stefano, presidente della commissione Trasporti e, per molti, «assessore ombra» del Campidoglio.

IL PASSAGGIO IN AULA
La strategia della giunta Raggi prevede subito una mozione da far approvare all'Aula Giulio Cesare per ribadire il «non se ne parla» e il «giù le mani» dalla municipalizzata. Cercando ovviamente di politicizzare il più possibile la vicenda. Secondo il seguente schema: «Chi ha distrutto l'azienda, ancora si permette di proporre soluzioni». E via con il grande repertorio degli anni passati a suon di scandali, sprechi e soprattutto servizio scadente. Fin qui le reazioni dei grillini, ma sono i conti dell'Atac a creare scenari foschi. E soprattutto il decreto Madia sulle partecipate che dopo tre anni di bilanci in perdita obbliga il socio (in questo caso il Campidoglio) a bussare al Governo per aprire procedure di salvataggio pilotate, quindi il commissario. Perché «non si possono più effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito né rilasciare garanzie a favore delle società partecipate», secondo appunto la legge che porta la firma del ministro della Pubblica amministrazione. E i bilanci della società che si occupa di trasporti nella Capitale sono crivellati da anni: il prossimo chiuderà con il segno meno, come da tradizione.

I CONTI
Sulle cifre al momento si balla tra i 70 e i 160 milioni di perdite. Che vanno a sommarsi ai 140 milioni di euro di passivo nel 2014 e agli oltre 80 milioni di perdite che sono state registrate l'anno passato. Quindi scatterebbe la regola del terzo anno: la società non si può più ricapitalizzare e solo il Governo può intervenire ponendo alcuni paletti. Abbastanza drastici. Ma per attivare questa procedura dovrebbe essere sempre il Comune a richiederla. Ipotesi che al momento sembra molto lontana. Anzi, adesso il M5S prova a giocare di contrattacco con il classico «noi» e «voi», «prima » e «adesso».

LE REAZIONI
A sostegno della tesi che Atac sia stata a lungo depotenziata Meleo dice che «ad esempio in 10 anni sono stati acquistati solo 300 nuovi autobus su un parco mezzi vetusto di oltre 2 mila mezzi e prima del nostro arrivo in Campidoglio hanno fatto sparire 58 milioni di euro per la manutenzione della metro A» (anche se la gara per 150 nuovi veicoli, va detto, è stata indetta dalla vecchia gestione). Anche l'assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, ieri sera attaccava duramente dicendo no «a un esproprio di Stato» (i fondi del governo, invece, ha fatto capire di gradirli: «l'intervento pubblico nazionale dovrebbe puntare a mettere a disposizione nuovi mezzi o le risorse finanziarie necessarie ad acquistarli»). E ancora Enrico Stefano: «Le mozioni sono atti di indirizzo, manifestazioni d'intenti, non sono atti direttamente applicabili e inoltre Atac è 100 % di Roma Capitale e nessuno, Mef incluso, può metterci le mani».

La società intanto continua a essere senza direttore generale, ruolo che potrebbe rimanere vacante, anche perché al momento «non sarebbe una priorità». Anche il «bando di selezione internazionale» annunciato dalla giunta M5S subito dopo le dimissioni del vecchio diggì Marco Rettighieri (nome che potrebbe forse tornare in pista, nel caso di una struttura commissariale), oggi appare un'opzione congelata, tra un rinvio e l'altro. Quindi tutta la gestione è nelle mani dell'amministratore Manuel Fantasia, ingegnere nucleare che solo da poche settimane ha iniziato a cimentarsi con un tema delicato come quello dei trasporti.

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