Roma, Pd-FI al Senato: il governo commissari l'Atac. Rabbia M5S

Roma, Pd-FI al Senato: il governo commissari l'Atac. Rabbia M5S
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Martedì 25 Ottobre 2016, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 18:45
Il blitz su Atac al Senato temuto dai cinquestelle è arrivato. Palazzo Madama ha approvato un ordine del giorno della maggioranza, con l'appoggio di parte dell'opposizione, che punta al commissariamento dell'indebitatissima azienda del trasporto pubblico a Roma.

Il testo, passato con 181 sì, 49 no e 1 astenuto, impegna il governo a valutare «se sussistano condizioni per porre in essere procedure idonee a sostenere il rilancio dell'azienda anche attraverso procedure straordinarie». Inoltre, a valutare la «possibilità di collocare temporaneamente la partecipazione di Atac all'interno di un organismo statale dotato delle necessarie competenze affidando contestualmente a una struttura tecnica scelta ad hoc il compito del risanamento industriale e patrimoniale dell'azienda».

«Hanno portato Atac sull'orlo del baratro e oggi a gran voce ne chiedono il commissariamento. E come al solito il tutto sulla pelle dei cittadini romani». Così su Facebook l'assessora alla Città in Movimento del Campidoglio Linda Meleo. «Ora vogliono svendere e privatizzare Atac dopo averla fatta a pezzi in questi anni - dice - abbandonandola a una politica fatta di assenza di investimenti e scelte gestionali ed organizzative discutibili - basti pensare alle assunzioni e al caso Parentopoli».

«I partiti rivogliono mettere le mani su Atac - dice il senatore M5S Andrea Cioffi - i suoi bilanci e appalti da centinaia di milioni di euro l'anno e coprire così le magagne di un ventennio di malagestione che ha portato a 1,4 miliardi di euro di debiti».

Assieme alla maggioranza hanno votato parte delle opposizioni, da Forza Italia ai Conservatori e riformisti (Cor). Passando per il gruppo Ala di Verdini. L'ordine del giorno a prima firma Aracri (FI), Augello (Movimento Idea), Esposito e Filippi (Pd) «diversamente da quanto dichiara il nostro spensierato sindaco - dice Andrea Augello - consegna al Campidoglio un'arma in più per evitare che Atac venga privatizzata o peggio che non sia in condizione di partecipare alla gara che entro il 2019 deciderà il gestore del Trasporto pubblico locale».

Per Stefano Fassina di Si-Sel invece l'odg è «un colpo di mano del super partito della Nazione».

Atac è uno dei dossier più difficili per la giunta Raggi, tra ritardi cronici e guasti di bus, tram e metropolitane, molti dei quali usurati e a corto di pezzi di ricambio. L'azienda ha 11.878 dipendenti, 89 milioni di disavanzo solo nel 2015 e da 13 anni non raggiunge il pareggio di bilancio. Il 1 settembre scorso - giorno delle dimissioni a catena nell'amministrazione M5S - se ne sono andati l'amministratore unico Armando Brandolese e il direttore generale Marco Rettighieri, in carica dal mandato di Ignazio Marino. Al posto del primo è stato scelto Manuel Fantasia, mentre il ruolo di dg è ancora vacante.

Del problema si occupa l'assessore alle aziende partecipate Massimo Colomban, che ha definito «gravissime, provocate da anni di malagestione» le condizioni di Atac e promesso un piano industriale di riorganizzazione per riportarla entro tre anni in pareggio o in positivo, come le altre aziende. Al Senato, ora, non si esclude che, l'impegno chiesto al governo con l'ordine del giorno «Anti-Atac», possa essere «tradotto a breve in un norma da inserire nella manovra» all'esame del Parlamento.



 
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