Atac, guasti uguali lo stesso giorno: «Così boicottano l'azienda»

Atac, guasti uguali lo stesso giorno: «Così boicottano l'azienda»
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 10 Agosto 2016, 10:04
Un guasto su quattro di quelli che stanno falcidiando le corse dei bus romani viene riparato due volte dalle officine di Atac. Nell'arco della stessa giornata. Per capire come mai, dopo il caos rifiuti, la prima estate grillina al governo di Roma debba fare i conti con il rischio tracollo del trasporto pubblico, bisogna partire anche da alcuni segnali non proprio ordinari. Esempio: il portellone di un vano esterno si rompe la mattina, verso le 10. Corsa saltata, passeggeri costretti a scendere, nel frattempo intervengono gli operai di Atac, che portano la navetta in deposito e riparano l'anta. A quel punto il veicolo riparte. Ma nel pomeriggio, doppietta: il portellone (sempre lo stesso) si apre di nuovo. E riparte la giostra: linea soppressa, pendolari a piedi, bus in riparazione, e così via. Potrebbe trattarsi di semplici coincidenze, di navette particolarmente bersagliate dalla malasorte. Ma quando il fenomeno assume dimensioni come quelle riportate dagli ultimi bollettini della partecipata, allora il sospetto è che ci sia qualcosa di più. A meno che qualcuno non voglia pensare che la nuvoletta di Fantozzi, da un mese a questa parte, si sia intestardita a seguire dall'alto il percorso dei mezzi pubblici della Capitale.

Il gioco dell'oca maldestro dei guasti «doppiati» non è sfuggito ai radar della Commissione d'inchiesta istituita dall'azienda per indagare sull'aumento improvviso dei malfunzionamenti: +60% dall'inizio di giugno. Da quando, caso strano, i vertici di Atac hanno iniziato a tagliare una serie di privilegi sindacali, come i permessi incontrollati (oltre 100mila ore l'anno) ridotti del 10% oppure il business delle mense aziendali. Un appalto da 4 milioni di euro che per 40 anni è stato gestito da una società partecipata da Cgil, Cisl e Uil senza un contratto né una verifica sui pasti effettivamente erogati. E che ora è stato messo a gara. Ecco perché tra le ipotesi al vaglio della commissione d'inchiesta c'è anche quella di uno «sciopero bianco» messo in atto per danneggiare chi guida oggi la municipalizzata.
 
TELAIO DANNEGGIATO
Va detto che il parco bus di Roma è piuttosto datato. Quasi 11 anni di media, il doppio rispetto alle navette che sfrecciano per le strade di Londra o Parigi. Anche gli autobus più nuovi, quelli acquistati tra il 2013 e il 2014, negli ultimi mesi, sono stati sottoposti a un particolare «stress», arrivando a viaggiare anche 20 ore di fila al giorno. E infatti oggi il 90% delle vetture acquistate appena tre anni fa (per 115 milioni di euro) si ritrova con il telaio danneggiato in più punti. C'è anche il problema dei ricambi, che ormai scarseggiano, perché i fornitori non vengono pagati con puntualità e hanno smesso di prestare i pezzi senza garanzie.

Ma è anche vero che almeno la metà dei malfunzionamenti che vengono sottoposti agli operai è di lieve entità: lampadine rotte, ingranaggi da saldare, falsi contatti. E non è normale che il 20% dei mezzi, appena aggiustato, torni in rimessa nel giro di poche ore per lo stesso identico difetto. Anche tra gli operai interni c'è malumore. «Quando diamo il visto a un mezzo, significa che è pienamente funzionante - si sfoga un meccanico - A volte può capitare un po' di sfortuna, ma c'è un limite a tutto. Anche alla sfiga».

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