Il gioco dell'oca maldestro dei guasti «doppiati» non è sfuggito ai radar della Commissione d'inchiesta istituita dall'azienda per indagare sull'aumento improvviso dei malfunzionamenti: +60% dall'inizio di giugno. Da quando, caso strano, i vertici di Atac hanno iniziato a tagliare una serie di privilegi sindacali, come i permessi incontrollati (oltre 100mila ore l'anno) ridotti del 10% oppure il business delle mense aziendali. Un appalto da 4 milioni di euro che per 40 anni è stato gestito da una società partecipata da Cgil, Cisl e Uil senza un contratto né una verifica sui pasti effettivamente erogati. E che ora è stato messo a gara. Ecco perché tra le ipotesi al vaglio della commissione d'inchiesta c'è anche quella di uno «sciopero bianco» messo in atto per danneggiare chi guida oggi la municipalizzata.
TELAIO DANNEGGIATO
Va detto che il parco bus di Roma è piuttosto datato. Quasi 11 anni di media, il doppio rispetto alle navette che sfrecciano per le strade di Londra o Parigi. Anche gli autobus più nuovi, quelli acquistati tra il 2013 e il 2014, negli ultimi mesi, sono stati sottoposti a un particolare «stress», arrivando a viaggiare anche 20 ore di fila al giorno. E infatti oggi il 90% delle vetture acquistate appena tre anni fa (per 115 milioni di euro) si ritrova con il telaio danneggiato in più punti. C'è anche il problema dei ricambi, che ormai scarseggiano, perché i fornitori non vengono pagati con puntualità e hanno smesso di prestare i pezzi senza garanzie.
Ma è anche vero che almeno la metà dei malfunzionamenti che vengono sottoposti agli operai è di lieve entità: lampadine rotte, ingranaggi da saldare, falsi contatti. E non è normale che il 20% dei mezzi, appena aggiustato, torni in rimessa nel giro di poche ore per lo stesso identico difetto. Anche tra gli operai interni c'è malumore. «Quando diamo il visto a un mezzo, significa che è pienamente funzionante - si sfoga un meccanico - A volte può capitare un po' di sfortuna, ma c'è un limite a tutto. Anche alla sfiga».
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