Acilia, folla per l'addio a Debora e Aurora. Il vescovo: «È stato un incidente, ma non c'è tempo ora per odio e livore»

Acilia, folla per l'addio a Debora e Aurora. Il vescovo: «È stato un incidente, ma non c'è tempo ora per odio e livore»
di ​ Mirko Polisano
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Lunedì 2 Gennaio 2017, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 17:30

Una chiesa gremita di gente per i funerali di Debora Catinari e sua figlia Aurora di otto anni, morte nel crollo della palazzina di via Giacomo Della Marca a Dragoncello. Migliaia le persone che hanno affollato la parrocchia per dare il loro addio alla maestra di Dragona e alla sua piccola. Tra loro, tanti bambini in lacrime che hanno salutato la loro insegnante e la loro compagna di classe con decine di palloncini bianchi, liberati poi in volo. I piccoli hanno anche scritto dei loro pensieri e fatto dei disegni in ricordo di Debora e Aurora.

Il papà Massimo è stato il primo arrivare nella piccola chiesa al villaggio San Francesco, a pochi metri dal luogo dell'esplosione.  

Seduta tra i banchi, anche la sindaca di Roma Virginia Raggi che per oggi ha indetto la giornata di lutto cittadino. La Raggi ha abbracciato il papà Massimo e il fratello Lorenzo.

«Una situazione tragica che ha spezzato una famiglia- ha detto Monsignor Paolo Lojudice,  vescovo di Ostia e Roma Sud, durante l'omelia- nessuno di noi in questo momento voleva essere qui eppure siamo in tanti per salutare mamma e figlia. Le anime giuste sono nelle mani di Dio. È stato un incidente - ha concluso il sacerdote- chiunque deve rispondere delle proprie responsabilità, e adesso non c'è tempo per il livore e altri sentimenti». 

Ma le urla strazianti e i pianti dei familiari rimbombavano più forti di ogni parola, nella chiesa di San Francesco. Debora e Aurora, madre e figlia, sono andate via insieme tra la commozione di un intero quartiere che ancora si chiede: «Perché?». 

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