Tram in via Nazionale, l'altolà della Soprintendenza: «Monumenti a rischio. Pericoli per i beni sotto tutela Unesco»

«Non è consentito il passaggio delle vetture a una distanza così ravvicinata»

Tram in via Nazionale, l'altolà della Soprintendenza: «Monumenti a rischio. Pericoli per i beni sotto tutela Unesco»
di Fernando M. Magliaro
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Domenica 13 Agosto 2023, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 16:11

«Altissimo rischio archeologico»: arrivano i paletti della Soprintendenza al progetto del Campidoglio di costruire una nuova linea tranviaria da Termini all’Aurelio, passando per via piazza della Repubblica, via Nazionale, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele, e il Vaticano. 

Il controverso tram Tva (Termini-Vaticano-Aurelio, appunto) segue un tracciato dentro il cuore di Roma, passando a fianco ad aree archeologiche, palazzi storici, edifici medievali unici al mondo, «per la tutela monumentale non è consentito il passaggio delle vetture ad una distanza così ravvicinata», scrivono le Belle Arti. Questi sono i rilievi contenuti nel parere che la Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha consegnato al Comune durante la conferenza di servizi sul Tva.

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TRAM PERICOLOSO

Leggendo il documento firmato dalla soprintendente Daniela Porro, che subordina il via libera al superamento delle criticità, emerge chiaramente la pericolosità della linea per la tutela dei monumenti.

L’elenco dei beni a rischio è lunghissimo. Si parte da piazza dei Cinquecento, poi c’è l’antica basilica paleocristiana di San Vitale. Ancora: il palazzo della Banca d’Italia le cui fondamenta si intersecano con resti di abitazioni e templi di epoca imperiale romana. Largo Magnanapoli dove ci sono i resti delle Mura Serviane, cioè le prime mura di Roma del VI secolo avanti Cristo. A seguire, poi, la Soprintendenza inserisce i Mercati di Traiano, le antiche domus romane di piazza Venezia, tutta l’area archeologica di Largo Argentina; i resti di strade, del cenotafio, il monumento sepolcrale di Agrippa; antichi portici tutti collocati nell’area di Corso Vittorio. Ci sono l’Acquedotto Traiano Paolo e le antiche via Cornelia e via Aurelia fra l’attuale via Gregorio VII e l’area di intersezione fra via di Boccea e l’odierna via Aurelia. Insomma, per ciascuno di questi beni archeologici la Soprintendenza non esita a parlare di «altissimo rischio». Subito dopo, a sgomberare ogni possibile dubbio, aggiunge: «Molti palazzi sono vincolati dal Codice dei Beni culturali e quelli non direttamente vincolati rientrano comunque all’interno della tutela» dell’Unesco del Centro storico. Fra le problematiche che evidenzia c’è anche la localizzazione di alcune fermate la cui collocazione prevista dal Campidoglio non rispetta i vincoli archeologici e monumentali. Sono quelle di piazza Venezia, di Chiesa Nuova, Santo Spirito in Sassia, e via Acciaioli che andrebbe a interferire con la «visuale della chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini». Da ultimo, proprio perché stiamo nel centro del centro di Roma, la Soprintendenza ordina che «tutte le fermate devono escludere la realizzazione di pensiline di attesa». Soltanto se saranno presentate tutte le soluzioni a queste «criticità, prescrizioni e rilievi» potrà arrivare un via libera. 

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