Tram in via Nazionale, residenti e negozi: «Non ci sono più alibi, cancellarlo subito»

Tram in via Nazionale, residenti e negozi: «Non ci sono più alibi, cancellarlo subito»
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 00:06

Un sospiro di sollievo: in attesa della seduta straordinaria del Consiglio comunale che andrà in scena oggi, da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, residenti e commercianti accolgono così la lettera del commissario straordinario alle nuove tranvie, Maria Luisa Conti, che sposta i fondi del Pnrr dal progetto Termini-Vaticano-Aurelio alla Palmiro Togliatti. E poco importa se, come dice il Comune, è una questione tecnica. La lettura è quella di un passo di lato, se non indietro: «Gualtieri deve convocare la sua maggioranza. Se anche il capogruppo in Regione, Mario Ciarla, dice di fermarsi sul Tva, forse è il caso di farlo, ascoltare la città e si spostino le risorse dal tram ai bus elettrici di varie grandezze», dice a Radio Roma Capitale Paolo Cento, ex deputato ed ex consigliere comunale di Verdi e SeL e voce storica dell’ambientalismo romano. E dal Campidoglio, Federico Rocca (FdI), presidente della Commissione Trasparenza, avverte: «Il Pd stesso chiede di spostare fondi su un’altra opera perché non c’è certezza sui tempi di realizzazione, e troppe incognite sui pareri. Stesso discorso per la funivia Magliana-Eur, un’opera inutile e costosa. Se la maggioranza avesse avuto il buon senso di ascoltare i consigli dell’opposizione, avrebbe capito, già da tempo, che queste opere potevano essere archiviate e che i fondi si sarebbero potuti concentrare sulle tante proprietà della città». 

GUALTIERI

Sul progetto - bandiera di qualche vecchio politico in pensione, circoletti di pseudoambientalisti e lobby filotranviaria cari a una certa sinistra - è tornato anche il sindaco, Roberto Gualtieri, a margine della presentazione del Piano Mobilità di Natale: oggi «ci sarà un Consiglio straordinario e ne parlerò lungamente.

Si tratta di una rimodulazione tecnica, sono stati messi i soldi in modo più omogeneo. Adesso la tramvia Togliatti è tutta fondi Pnrr e la Tva è tutta fondi del ministero». Che però non coprono la cifra di 294 milioni di euro che è il costo stimato dell’opera: la prima tratta, quella da Termini e piazza Venezia, valore 126 milioni coperta inizalmente con fondi Pnrr, ora ne ha solo 87 coperti da fondi ministeriali, con un “buco” di 39 milioni di euro. 

«NON SIAMO IMPAZZITI TUTTI»

«Io non capisco una cosa: se tutto il mondo del commercio, fatto salvo qualche caso sporadico, è fortemente contrario a quest’opera, se ti dice continuamente che è sbagliata, che avrà effetti disastrosi sugli affari, che renderà impossibile lavorare, non è che lo diciamo per sport o perché siamo vittime di allucinazioni collettive. Lo diciamo perché vogliamo il bene di Roma e riconosciamo quando un’opera non è bene», spiega accorato il presidente dei Federmoda, Massimo Bertoni. E l’ex funzionaria della Soprintendenza di Stato, Federica di Napoli Rampolla, residente nello storico Palazzo Altieri a piazza del Gesù, uno dei grandi edifici rinascimentali che il tram metterebbe «ad altissimo rischio» stando al parere della Soprintendenza, è lapidaria: «Speriamo che questa sia la fine di questo progetto. I binari qui davanti sarebbero un errore che potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità del palazzo ma ne avrebbe di sicuro sulla sua vivibilità». E anche don Elio Lops, parroco della antichissima basilica di San Vitale a via Nazionale, aggiunge: «La decisione di spostare i fondi mi sembra un’ottima notizia. La speranza è che ora il Comune viri su progetti meno impattanti: le vibrazioni del tram qui sarebbero davvero pesanti».

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