Roma, «Il tram è un’opera inutile, si pensi a salvare il Centro»: i residenti contro il progetto del Tva

Di Capua, presidente dell’associazione degli abitanti: «Puntare sui bus elettrici»

Roma, «Il tram è un’opera inutile, si pensi a salvare il Centro»: i residenti contro il progetto del Tva
di Giampiero Valenza
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Venerdì 8 Settembre 2023, 00:34

Marciapiedi e sampietrini da sistemare. Rifiuti da togliere dalle strade. E poi, è necessario chiudere la pagina che vede la città essere legata strettamente con il degrado. Sono queste le priorità dei residenti da inserire al posto del Tva, il tram Termini-Vaticano-Aurelio che si ha intenzione di realizzare dopo il Giubileo del 2025. Questa volta a parlare è Viviana Di Capua, presidente dell’associazione abitanti Centro storico. «Noi siamo preoccupati perché la bolla del turismo non ci lascia tranquilli - dice - Bisogna pensare di più alle priorità di chi qui ci abita. Invece siamo costretti a vivere in un luogo sovraccaricato di bed and breakfast, dove non c’è nessuna regola, dove la socialità del territorio viene continuamente stravolta». 
Per Di Capua serve «prendere coscienza delle situazioni» e capire che il tram che dalla stazione Termini dovrebbe portare fino all’Aurelio «non è tra le priorità». «Se ne parla da tantissimi anni - sottolinea - Nel frattempo, avrebbero potuto mettere in campo tantissime navette elettriche». 

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IL CANTIERE

Il progetto contestato è tanto amato da una certa lobby tranviaria di sinistra in città che nel corso degli anni ha tentato il rilancio di questo mezzo di trasporto che era stato abbandonato da tempo.

Basti pensare che in città, negli anni Trenta dello scorso secolo, si contavano 59 linee tranviarie. Lo smantellamento ha portato a ridurle, ora, a sei. Il Tva ha i finanziamenti del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il cantiere si dovrebbe aprire ad aprile 2024 e chiudere a giugno 2026. Ma come ha precisato il commissario straordinario per le opere infrastrutturali del Giubileo, Maria Lucia Conti, non si può pensare di avere i cantieri aperti sulle strade del Centro durante l’Anno Santo. Così, l’intera partita dei lavori dovrebbe avere un anno di sospensione praticamente obbligata per non dare troppo fastidio a oltre 32 milioni di pellegrini. I tempi strettissimi mettono di sicuro a rischio l’opera.

«Non siamo molto contenti della cantierizzazione, chissà quando vedrà la luce - aggiunge Di Capua - Forse quei finanziamenti potevano essere considerati per far sì che tutte le strade fossero in ordine. Qui si vuole dare quasi l’impressione di fare le cose affrettate, all’ultimo momento. Per la mobilità in Centro servono le navette elettriche. Finora ne vedo passare davvero troppo poche». E nella lista delle cose da fare la presidente dell’associazione dei residenti mette anche l’applicazione più chiara delle regole di carico e scarico delle merci. «Bisogna mettere mano a questa situazione - tuona - Ed è necessario fare un serio piano del commercio per Corso Vittorio, ormai diventato un deserto». L’appello dei residenti del Centro segue quello di tantissime organizzazioni di categoria, come Confcommercio, Confesercenti, Federmoda, Federalberghi, l’associazione Botteghe storiche di Roma, Confartigianato, alcune sigle dei tassisti, che sono scese in campo per esprimere la loro contrarietà sull’operazione. E poi anche il mondo della cultura ha voluto bocciare l’operazione Tva, proprio perché metterebbe a rischio la stabilità di alcuni dei luoghi d’interesse storico più rilevanti della Capitale. I dubbi degli archeologi (tra loro l’ex sovrintendente Umberto Broccoli, e la presidente dell’associazione archeologica romana, Paola Manetto), sono per la tenuta delle domus romane di via Nazionale, dei Mercati di Traiano, della Torre delle Milizie e dei grandi palazzi rinascimentali. 

LA VIABILITÀ

Ad esprimere perplessità c’è anche l’ex comandante della polizia locale della Capitale, Antonio Di Maggio. «Premesso che sono favorevole allo sviluppo dei motori elettrici, soprattutto bus e metropolitane, che credo siano più indicati per questo percorso invece di una linea di tram, l’esperienza sulla strada di decenni di polizia locale mi dice che già oggi via IV Novembre si blocca con grande facilità - aveva sottolineato dalle colonne del Messaggero - Il problema è anche la sistemazione che hanno pensato per via Luigi Einaudi, fra Termini e Repubblica. E per piazza Della Rovere. Se in uno di questi punti succede che un tram si blocchi, la paralisi di mezza città è una certezza». La concreta applicazione del progetto Tva non sembra essere cosa fatta. Anzi. Il progetto prevede il capolinea di termini attestato a piazza dei Cinquecento, nell’isolato tra via Cavour e via D’Azeglio. I mezzi costeggeranno la Soprintendenza di Stato e poi il Museo nazionale romano di Palazzo Massimo. Da lì i binari costeggeranno i giardini di via Luigi Einaudi per poi passare proprio sotto all’hotel Exedra. Il percorso, poi, coinvolgerà via Nazionale. Su questo tratto è stato il segretario provinciale di Ugl polizia locale, Sergio Fabrizi, a sottolineare le difficoltà che deriverebbero anche per i cortei che passano da partono da piazza della Repubblica e che sono un po’ il prezzo da pagare per la presenza della città Capitale del Paese. Secondo intoppo a brevissima distanza è nel tratto che da via Nazionale porta a piazza Venezia, con un tratto di forte pendenza (il 7,6%) e due curve particolarmente strette che dovrebbero essere affrontate allargando i marciapiedi. Ma a questo punto si creerebbe una corsia non esclusiva ma una lunga colonna di traffico con tram, bus, furgoni, camion, auto, taxi, Ncc, motociclette, bici costrette ad andare dietro al tram. 
 

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