Roma, riparte il piano sgomberi: 27 edifici nel mirino. Ora la prefettura accelera

Nella lista anche Sin Time e Maam che il Comune vuole acquistare dai proprietari

Roma, riparte il piano sgomberi: 27 edifici nel mirino. La prefettura accelera
di Alessia Marani
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Venerdì 25 Agosto 2023, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 08:38

Sgomberi, si riparte. Non c'è più tempo da perdere e forse se ne è già perso troppo. E il tempo in tema di occupazioni è più che mai denaro: decine di milioni di euro che il Viminale deve sborsare ogni anno per risarcire i legittimi proprietari degli edifici occupati per il mancato intervento nonostante l'autorità giudiziaria abbia emesso i decreti di sequestro preventivo. Ed è per questo che nella pur fitta agenda del prefetto Lamberto Giannini a settembre comparirà subito all'ordine del giorno l'emergenza occupazioni. E da ottobre i primi interventi. Non più rinviabili soprattutto dopo l'emanazione delle circolare Piantedosi con cui il ministro dell'Interno pochi giorni fa ha ribadito la necessità di «dare ulteriore impulso all'attività di prevenzione e contrasto del fenomeno in argomento» in quanto, tra l'altro, le occupazioni arbitrarie di immobili «concorrono inevitabilmente a generare degrado urbano e ad alimentare la percezione di insicurezza nei cittadini».

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Non appena di rientro dalle ferie, il neo prefetto riconvocherà il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico con un unico obiettivo: tornare a pianificare con una cadenza sistemica - e non quindi estemporanea o sporadica - un tabellino di marcia seguendo il piano già elaborato nell'aprile del 2022 dalla Prefettura quando sulla poltrona numero uno di Palazzo Valentini sedeva proprio lo stesso Piantedosi.

Partire intanto con un primo sgombero più immediato e calendarizzare i successivi. Nel piano non mancano alcune rimodulazioni per cui new entry della lista dei 29 immobili da liberare (nel frattempo scesi a 27 dopo gli sgomberi di Valle Fiorita e viale delle Province) compariranno anche quegli immobili «cielo-terra» non esclusivamente trasformati dagli abusivi in alloggi di tipo abitativo, ma in spazi pseudoculturali se non addirittura di lucro. Occhi puntati, dunque, sullo Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme e sull'ex Maam (edifici che il Comune vorrebbe acquistare dai proprietari per sanare la situazione), il Museo dell'altro e dell'altrove, di via Prenestina. Quest'ultimo, in realtà, già presente nel piano per la settantina di nuclei familiari che lo abitano. In cima alla lista compare l'occupazione di via Lucio Calpurnio Bibulo 13, immobile nel VII Municipio di proprietà della Loanka srl occupato dal 2005 e per cui è stato emesso un decreto di sequestro preventivo già nell'ottobre del 2019. Nel dicembre 2021 era stato chiesto un differimento dell'esecuzione del provvedimento di un anno, termine ormai abbondantemente scaduto. Tra le prime otto occupazioni cosiddette «storiche» rientra anche quella su area demaniale di via Napoleone III che fa capo a Casapound. Il decreto di sequestro, in questo caso, è del maggio 2020.

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SUBITO I CENSIMENTI

Al tavolo in prefettura, oltre alle forze dell'ordine, prenderanno parte i rappresentati del Campidoglio per sicurezza e servizi sociali. La cadenza delle operazioni di sgombero, di fatto, dipenderà principalmente da loro. Secondo l'input del Viminale dovranno essere proprio loro a mettere sul tavolo gli alloggi alternativi per i nuclei individuati come «fragili» e che, dunque, non potranno essere lasciati per strada. Senza troppe (o ulteriori) esitazioni e procedere con i nuovi censimenti, indispensabili per procedere con gli sgomberi. Ancora scotta la vicenda della chat tra l'assessore alla casa Tobia Zevi e i movimenti per la casa in occasione della redazione del "piano casa", mentre sono al vaglio della Corte dei Conti e della Procura i due esposti presentati dal capogruppo della Lega in Comune, Fabrizio Santori, relativamente alle spese più che onerose sostenute da Roma Capitale per l'emergenza occupazioni (settecento milioni di euro in dieci anni, almeno 72 all'anno) e a un presunto favoreggiamento da parte di esponenti di sinistra alle occupazioni stesse.
Alessia Marani
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