Roma città metropolitana, Unindustria: trasformare i 15 municipi in comuni autonomi

Roma città metropolitana, Unindustria: trasformare i 15 municipi in comuni autonomi
di Alessandro Tittozzi
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 13:05
Trasformare gli attuali 15 municipi romani in comuni autonomi nell’ambito della Città metropolitana di Roma Capitale rendendoli alla pari con gli attuali 120 comuni dell’ex provincia, per dare un nuovo impulso alla crescita del territorio. E’ questa la proposta avanzata oggi da Unindustria nell'ambito dello studio ”la città metropolitana di Roma Capitale: opportunità per uno sviluppo economico e sostenibile”.  Una riforma per garantire slancio all’attuale immobilismo istituzionale e portare ad una riorganizzazione del territorio della Regione Lazio e alla conseguente creazione di 135 comuni che manterrebbero le loro prerogative municipali, ma coopererebbero su molti fronti.  Una sorte di unione amministrativa che dovrebbe occuparsi della gestione comune dei servizi economici di interesse generale necessari al buon funzionamento del rapporto stato-cittadino-imprese e delle azioni di start up che avviino il processo di crescita economica e occupazione.

Questa riorganizzazione, porta con sé un riassetto anche del resto del territorio della regione e delle restanti 4 province che dovranno anch’esse organizzarsi attraverso l’unione dei loro comuni e, con l’esercizio aggregato delle loro funzioni, dovranno essere in grado di rinforzare legami con la Capitale. Il risultato, secondo Unindustria, è una proposta integrata che lascerebbe ai comuni il loro ruolo, ma che darebbe al sindaco della città metropolitana poteri speciali per governare meglio, così come già accade in tutte le capitali europee. Insomma, più soldi e più poteri al primo cittadino di Roma per tentare di risolvere le grandi problematiche che da decenni strangolano la città eterna.

Presente al convegno anche il Prefetto di Roma Franco Gabrielli che ha condiviso la necessità di cambiare lo status attuale: "Da parte dei cittadini i municipi vengono avvertiti come un bluff perché nutrono un'aspettativa di risoluzione dei problemi ma nel 99,9% dei casi questa funzione di front office da loro svolta non è in grado di fornire soluzione immediate". Per il Prefetto bisogna fare qualcosa da subito e non rassegnarsi a non fare niente: . "Credo che l'attuale configurazione e responsabilità dei municipi non siano adeguate. I Municipi - ha aggiunto - devono diventare il ruolo di risoluzione dei problemi dei cittadini e quindi di gestione dei loro problemi. Bisogna mantenerne l'identità ma unirli con una di dimensione massima di territorio da 200-250mila persone che può essere la quantità che consente di avere un'omogeneizzazione dei territori. Penso a un modello di rideterminazione dei confini 'a raggiera'- ha spiegato - dal centro verso l'esterno, perché è chiaro che se nel I municipio c'è un rapporto tra forze dell'ordine e cittadini di 1/119 e di 1/2300 negli altri municipi, questo modello di riorganizzazione potrebbe essere il più possibile coerente e utile".
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