Roma, sit-in al liceo Caravillani. L'allarme di prof e alunni: «Chiuso da un anno per il terremoto»

Roma, sit-in al liceo Caravillani. L'allarme di prof e alunni: «Chiuso da un anno per il terremoto»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 30 Novembre 2017, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 20:05

«Io sono Alessandro Caravillani». Recita così lo slogan impresso su delle magliette gialle indossate da studenti, professori e genitori di fronte al liceo artistico di piazza Risorgimento chiuso ormai da un anno. L'istituto, dopo il terremoto dell'ottobre 2016, fu dichiarato inagibile dalla Città Metropolitana.


Il sisma, di fatto, rese ancor più precarie le condizioni di una struttura storica dove già l'assenza di una costante manutenzione straordinaria aveva incrinato la tenuta di solai e pavimenti. Il terremoto, di fatto, ha dato il "colpo" di grazia definitivo. Così la scuola fu chiusa, gli studenti (circa 600) trasferiti in una sede provvisoria al quartiere Monteverde. Ma ad oggi, dopo un anno esatto, resta ancora incerto il futuro del liceo. Non si sa se e quando la scuola potrà riaprire. E per questo, gli studenti, i professori e i docenti sono scesi in piazza e di fronte all'ingresso del Caravillani hanno dato vita a un sit-in per destare l'attenzione delle istituzioni - ministero dell'Istruzione compreso - sul caso, chiedendo interventi celeri e tempestivi.

Il cantiere per il recupero dell'edificio sarebbe dovuto partire in tempi rapidi - questa era stata infatti la promessa dell'ex provincia di Roma  all'indomani della chiusura - ma a distanza di un anno non è cambiato nulla. Il cantiere non è mai stato aperto e i lavori non sono mai iniziati. Complice inoltre l'assenza di risorse in Città Metropolitana (per recuperare l'edificio servirebbero più di due milioni di euro) il rischio è che ci vorranno anni prima di riparire la storica sede del Caravillani di piazza Risorgimento.

Intanto la presidente Dem della commissione Edilizia Scolastica della Città Metropolitana, Valeria Baglio ha convocato per lunedì 11 dicembre una riunione per «per capire lo stato dei lavori - spiega la Baglio - e la disponibilità di risorse e i tempi in cui gli studenti del liceo potranno tornare nella loro storica sede di Prati».


 

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