Rieti, i reatini nati o acquisiti
da ricordare per il 2015

Il vescovo di Rieti Domenico Pompili
di Alessandra Lancia
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Giovedì 31 Dicembre 2015, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 15:18
RIETI - C’è anche un 2015 di fatti e di persone da incorniciare. Questi, secondo il sindacabilissmo giudizio de Il Messaggero.

A come Andreola, Fabio, Country Managing Director di Baxalta per l’Italia. Baxalta è nata a luglio, spin off indipendente di Baxter International, un gruppo biofarmaceutico da 6 miliardi dollari, leader a livello globale nello sviluppo di terapie per malattie rare e ematologia. Andreola, reatino, ha scalato pian piano tutte le posizioni e ora guida il gruppo americano in Italia ma con un occhio sempre attento alla sua città: in settembre tirò le orecchie al governatore del Lazio Zingaretti per non aver destinato neppure un treno nuovo alla tratta Fara Sabina-Roma-Fiumicino. Da non sottovalutare.

B come Balloni, Stefania, responsabile della Mensa Santa Chiara. Per anni ha messo a tavola centinaia di persone che ne avevano bisogno, coordinando il lavoro di decine di volontari, fino a giugno scorso, quando ha dovuto alzare la voce per avere dagli enti qualcosa in più che strette di mano e foto ricordo. Ora accanto alla mensa si lavora a una struttura d’accoglienza per senza tetto, perché ce ne sono anche a Rieti. Da sostenere.

C come Capparella, Vincenzo, a lungo primario di Oncologia al “de Lellis”, in pensione da ottobre. Apparentemente burbero ma di un’ironia sottile e non comune, Capparella per anni ha abitato stanze e corsie che nessuno vorrebbe mai nemmeno guardare, ha affiancato centinaia di malati fino all’ultimo miglio, ne ha accompagnati altri fuori dal cono d’ombra del cancro e di quel che ne consegue. Per tutti e ancora oggi uno straordinario punto di riferimento, medico e umano. Da ringraziare.

F come Fusacchia, Alessandro, capo di gabinetto della ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. L’enfant prodige di Rieti è diventato grande: crocevia di relazioni importanti, semina opportunità anche per la sua città. E se sul riuso dell’Ex Snia ci sarà ancora da studiare e lavorare, sul Conservatorio di Santa Cecilia a Villa Battistini e su un centro di ricerca per l’agricoltura all’Istituto “Strampelli” di Campomoro i risultati sono già arrivati, come pure per i ragazzi dell’Istituto “Agrario”, ai quali andrà la scuola digitale 2.0 destinata a Rieti. Da tenere d’occhio.

P come Pompili, don Domenico, da settembre Vescovo di Rieti. Un uomo di comunicazione e di “ponti”, che in soli 3 mesi di permanenza in città ha già aperto porte (giubilari e non) e messo in contatto mondo laico e cattolico come non succedeva da anni. Una ventata di energia per la chiesa reatina ma anche per la città. E dopo aver visitato ospedali e fabbriche, scuole e paesi il 2 gennaio aspetta i giovani a Greccio. Da ascoltare.

P come Pariboni, Emanuela, assessore alle Attività produttive del Comune. E’ lei che ha tenuto le fila dell’accordo di programma da 15 milioni di euro in fase di lancio a gennaio. Le prove generali le ha fatte con il piano di sostegno da 700 mila euro per le pmi del centrostorico strette nella morsa dei cantieri del Plus: tutti i fondi già spesi e assegnati, con molti complimenti dalle imprese. Merito anche del suo staff ma in scena al Teatro il giorno della ministro Guidi e del governatore Zingaretti davvero non ha sfigurato. Da apprezzare.

T come Tosti, Nando, presidente dell’Ascom. Ormai lo si vede più solcare avanti e dietro le strade della città e i dintorni che i corridoi del suo negozio in centro. Al mix micidiale crisi-cantieri che ha messo in ginocchio Rieti ha risposto schierando l’Associazione Commercianti in prima linea nella promozione del territorio. La pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza Battisti e la giostra storica in piazza del Comune sono stati due colpi da maestro. Da incoraggiare.
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