Rieti, anziana, disabile e col pass per la ztl, ma la multano per oltre 4 mila euro

Varco della ztl
di Mario Bergamini
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Venerdì 3 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Ottantotto anni, una disabilità che la rende invalida al 75 per cento, un pass che l’autorizza ad accedere, circolare e sostare anche all’interno delle zone urbane a traffico limitato e nelle aree pedonali urbane. Contrassegno, è bene subito precisare - come spiega la suprema corte in una ordinanza del marzo dello scorso anno - rilasciato alla persona disabile in quanto tale e non legato a nessun veicolo. Una validità, insomma, che vale per tutte le vetture utilizzate dal disabile (non solo quella di sua proprietà) e non limitata al territorio del Comune che ha rilasciato il pass, ma estesa a tutto il territorio nazionale. 
Uno scudo totale che però, nonostante la persona disabile sia titolare del permesso per accedere alla zona Ztl e nonostante tale permesso sia stato subito esibito, non ha impedito al Comune di Rieti di recapitare alla involontaria protagonista di questa incredibile vicenda giudiziaria, amministrativa e di sciocco formalismo ben 32 verbali di indebito accesso nella ztl per il complessivo importo di 4 mila e 268 euro, successivamente, alla Prefettura di Rieti di respingere il ricorso della donna per la richiesta di annullamento delle contravvenzioni notificategli, costringendola infine a doversi rivolgere al Giudice di Pace, con ulteriore dispiego di tempo, denaro e pazienza, nonostante la normativa in materia sia chiara, esplicita ed incontrovertibile. Ma quando nell’esercizio delle proprie funzioni prevale un inutile formalismo e, ci si perdoni la schiettezza, la volontà di non sforzarsi troppo, di non voler approfondire nulla, trincerandosi dietro fredde e più sbrigative enunciazioni, spesso fatte proprie con il copia e incolla, tutto diventa purtroppo possibile.
Ecco allora che la donna, dai competenti Uffici, si è vista rispondere che «il sistema di controllo della ztl fotografa, per ragioni di riservatezza, soltanto la targa posteriore dell’auto e non individua la presenza del titolo autorizzativo, posto nella parte frontale del mezzo. Pertanto, se la targa non è registrata nella cosiddetta white list dei veicoli a servizio dei disabili, il fotogramma ne imprime il passaggio quale transito abusivo». Ed è quello che è accaduto alla donna, che avendo la propria auto (inserita nella lista dei veicoli a disposizione dei disabili) non utilizzabile, si è vista costretta a prenderne una a noleggio per recarsi in centro storico, tra l’altro, per effettuare alcune necessarie, inderogabili e urgenti cure sanitarie, portandosi sempre dietro, naturalmente, il prezioso contrassegno. Contrassegno che, poniamo il caso, ci fosse stato un vigile urbano al varco, adibito al controllo, le avrebbe consentito l’accesso, senza il rischio di incorrere in una sanzione, come è invece avvenuto per il semplice fatto che la telecamera ha fotografato una targa non riconosciuta tra quelle autorizzate. Ma il contrassegno per disabili, come riconosciuto unanimemente dalla giurisprudenza, va oltre e il fatto che la telecamera non sia in grado di accertare e verificare la presenza del permesso e la sua esposizione sul cruscotto «non può frapporsi come ostacolo - recita una sentenza della Corte suprema - alla libertà di locomozione della persona disabile».
Argomentazioni che l’avvocato Francesco Persio, al quale l’88enne si è rivolta per ottenere giustizia, ha dettagliatamente esposto nel ricorso presentato ora al Giudice di Pace, nel presupposto - suffragato da specifiche disposizioni di legge - che la donna è «autorizzata all’accesso nella ztl in qualità di soggetto con disabilità accertata e riconosciuta» e che se «le telecamere installate in prossimità dei varchi di accesso alla ztl non sono in grado di leggere i dati riportati nel contrassegno disabili, questo problema di carattere tecnico non può certamente ripercuotersi sul cittadino disabile e per tale motivo quest’ultimo ha il diritto di chiedere l’annullamento dei verbale».
Domanda banale: ma per arrivare a ciò, era necessario giungere fino al Giudice di Pace? I competenti Uffici, composti da tutti i funzionari addetti a queste pratiche - non avrebbero potuto impedire un inutile perdita di tempo e denaro, applicandosi di più e applicando le disposizioni di legge, senza fermarsi alla superficie delle stesse, ripetiamo, spesso fatte proprie con un semplice copia e incolla, senza alcun approfondimento? Insomma, premesso che le contravvenzioni sono state elevate sul presupposto della mancata autorizzazione ad accedere alla zona Ztl, una volta appurato che l’autorizzazione esiste ed è stata esibita ai competenti Uffici, per quale motivo dover costringere l’anziana signora, dell’età di anni 88, portatrice di una invalidità del 75 per cento, a dover affrontare un complesso iter giudiziario. Giusto rispettare le regole ma non bisogna trascendere in inutili e banali formalismi che servono solo a complicare la vita ai cittadini.
Al momento, per l’anziana signora, sembra però essersi aperto uno spiraglio in quanto il Giudice di Pace di Rieti (il dottor Nicola Perrone), dimostrando comprensione, capacità e conoscenza della materia, ha subito sospeso le contravvenzioni, accogliendo la richiesta presentata dall’avvocato Francesco Persio per conto della propria assistita.

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