Rieti, sul tir dalla Serbia con quattro immigrati ma i due conducenti erano ignari: assolti

Polizia stradale (Archivio)
di Massimo Cavoli
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Lunedì 27 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Un modo quanto meno inusuale per entrare clandestinamente in Italia, che ha visto quattro giovani stranieri nascondersi tra le tonnellate di legna trasportate da un autotreno proveniente dalla Serbia e diretto a Roma. Ma il mezzo è stato fermato e controllato nel territorio reatino e proprio “l’originalità” del nascondiglio, scoperto dalla polizia stradale, aveva finito per spedire sotto processo i due autisti del mezzo, accusati di aver violato le norme sull’immigrazione, assolti però dopo cinque anni dal tribunale, perché «il fatto non costituisce reato». L’accusa? Aver posizionato in modo anomalo il carico di legna sul semirimorchio, per creare due vani destinati a ospitare un afghano e tre pachistani, in modo da nasconderli in caso di eventuali controlli.
Insomma, i 4 avrebbero dovuto viaggiare come fantasmi a bordo, rischiando di restare schiacciati dalla legna in caso di un qualsiasi incidente, ma a tradire la loro presenza erano state «quelle mani viste spuntare da sotto il tendone che ricopriva il carico», come segnalato anonimamente alla sala operativa della polizia. Ma quando una pattuglia della polstrada di Roma nord aveva fermato l’autoarticolato sull’A1, nel territorio di Fiano Romano, i presunti vani per ospitare i clandestini erano risultati vuoti. Solo più tardi, un’altra pattuglia aveva intercettato nell’area di servizio Flaminia Ovest (Magliano Sabina) i quattro giovani stranieri, individuati come i passeggeri grazie a un mozzicone rinvenuto sul mezzo, corrispondente alla marca del pacchetto di sigarette, non commercializzata in Italia, in possesso di uno di loro.
Quello che poteva rivelarsi come l’elemento determinante per inchiodare i due autisti serbi, Desko Stepanovic e Nenad Markovic (difesi dall’avvocato Francesco Colapaoli), all’accusa di aver violato le norme sull’immigrazione (il pm aveva sollecitato la condanna a due anni), non ha retto al vaglio del dibattimento. Infatti, se per il giudice monocratico, Pierfrancesco de Angelis, «non vi è dubbio che i 4 cittadini erano scesi dall’autoarticolato, non può però affermarsi con altrettanta certezza che i due imputati fossero a conoscenza della loro presenza a bordo».
E su come i quattro stranieri fossero saliti a bordo, il tribunale fa riferimento al semplice tendone posto a copertura del carico: facile da alzare in caso di sosta del mezzo, per poi nascondersi senza essere visti.

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