Elezioni Roma, confronto in tv su Rai 3. Raggi: per ora no alle Olimpiadi. Giachetti: sia chiara e dica sì o no

Elezioni Roma, confronto in tv su Rai 3. Raggi: per ora no alle Olimpiadi. Giachetti: sia chiara e dica sì o no
di Simone Canettieri
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Domenica 12 Giugno 2016, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:32

ROMA Non fanno in tempo a mettersi seduti nello studio di In 1/2 ora che subito iniziano a darsele di santa ragione. «Dopo una ventina di volte finalmente ci vediamo», affonda Roberto Giachetti a tu per tu con Virginia Raggi. «Forse era lui che mi rincorreva», risponde la grillina. E il canovaccio romano di questo «super sunday» elettorale di Raitre (prima Torino, finale con Milano) non cambierà di una virgola per il resto della puntata, con tanto di secondo tempo su Twitter, in serata. A tenere banco la proposta della Raggi di non pagare più la gestione commissariale del debito del Comune di Roma.

IL LOOK
Raggi, maglietta viola e bracciale colorato al polso, legge di tanto in tanto gli appunti su un foglio. Giachetti, postura meno nervosa rispetto al confronto di Sky, è ovviamente senza cravatta. Il fair play non è di casa. La grillina è sprezzante, non riconosce nemmeno una qualità personale all'avversario («A tratti troppo arrogante», ammetteranno perfino i suoi). «E' stato onesto - spiega l'avvocatessa - quando dichiarò di non essere all'altezza di governare Roma, poi qualcuno gli ha telefonato...». Il renziano le aveva appena riconosciuto il «coraggio e l'ambizione», sottolineando gli «eccessivi tentennamenti».

Questo il clima. E schermaglie a parte il grosso del dibattito davanti a Lucia Annunziata gira sulla candidatura alle Olimpiadi del 2024, spartiacque del ballottaggio. Raggi resta per il no ma lo declina a modo suo. Surfa tra «sono un'occasione di sviluppo» e non «sono una priorità». Critica il piano industriale del Cio, ribadisce che le «priorità sono altre», salvo dire che il «mio è un no, oggi». Anzi, un «no per il momento». Giachetti pensa il contrario: «Non possiamo perdere questa occasione, altrimenti la città rimane ferma: le Olimpiadi sono emozioni, ma eredità per Roma e 170mila posti di lavoro». Impossibile trovare una posizione comune. Giachetti: «Gli anziani mi chiedono delle Olimpiadi, perché si ricordano quelle del 60». Ma il corpo a corpo tra i due è soprattutto su Acea, Atac e debito per il quale la portavoce del M5S è pronta allo strappo: «Potremmo non pagarlo».

Sulla multiutility di piazzale Ostiense Raggi attacca il governo, parla di diritto universale dell'acqua e chiede che vengano rinvestiti gli utili del settore idrico sulla rete. Giachetti ribatte: «Non ho approcci ideologici, Acea contribuisce con i suoi dividendi al bilancio del Comune di Roma, chiamerò i vertici della società per chiedere un piano sull'illuminazione pubblica». Quando si parla di partecipate, c'è anche il tempo di una gaffe per la grillina: «Il Comune possiede il Centro fiori che non ha mai venduto una pianta». Giachetti la riprende: «Il Cif non è una società nata per vendere fiori, è partecipata al 10 % dal Comune, e serve a trovare una sede per vendere fiori». Baruffa anche su Atac. Raggi attacca: «Vuoi privatizzarla». Giachetti: «Mai detto, va prima di tutto risanata, e poi la leader degli scioperi selvaggi di Atac vota per te». Su Twitter voleranno gli stracci. Campi rom: il renziano parla di merito. E dice: «Smantellarli, ce lo chiede la Ue, i bimbi vanno assistiti». La grillina: «Parole al vento, dentro ai campi rom operava Buzzi che ha finanziato il Pd».
Sul debito del Campidoglio, la pentastellata prova la svolta greca: «Potremmo non pagarlo, prima faremo un audit e cercheremo di rincontrattarlo». Parole che faranno scoppiare l'indignazione del Pd: «Irresponsabile: vuole far fallire Roma». Sul finale Giachetti propone come prima delibera autobus gratis per gli ultrasettantenni e scontati per gli under 20. Ma si finisce come si era iniziato: «Parli di Mafia Capitale, e ti poni come il rinnovamento, ma Alemanno vota per te», accusa il dem. «Ti appoggia Verdini - risponde la grillina - c'è un patto del Nazareno all'amatriciana». Suona il gong. Segue la sfida di Milano tra Sala e Parisi. Un'altra storia.

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