«Non aver detto a Marchionne "non sarà mica vero che porti la sede fiscale fuori d'Italia"... bisognava farlo. Diglielo, no? Perché non si può essere quelli che parlano dei voucher e stanno zitti su una cosa del genere.
Non si vive di solo pane», ha continuato Bersani, «Ci sono temi sociali rimossi. Puoi anche andare a inaugurare il Gottardo ma anche essere dov'è una frana. Bisogna ricordarsi che c'è un'Italia periferica. C'è Bottura, dal quale andrò, e ci sono anche le periferie. E secondo me chi governa deve partire da qui. Ci sono le eccellenze ma anche un disagio diffuso che qualcuno deve interpretare. Se non lo interpretiamo noi qualcuno lo deve interpretare».
Riguardo al referendum, Bersani ha detto: «Voterò sì ma sia chiaro che non condivido il modo di impostare questo referendum costituzionale e se non cambiano, non mi vedranno a fare propaganda per il sì. Non dubitino della mia coerenza nel voto, nessuno ha diritto di metterla in discussione. Ma se continuano a brandire la campagna così e dire che se vince il no si dimette il governo, non mi vedranno ai banchetti. Non sono affatto d'accordo» che Renzi debba dimettersi in caso di sconfitta.
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