Pannella e Bernardini visitano il carcere di Rebibbia, a colloquio con Cuffaro

Marco Pannella
2 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Agosto 2014, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 15:03
Sovraffollamento delle carceri, amnistia e indulto. Questi i temi al centro della tradizionale visita dei radicali nelle carceri romane nel giorno di Ferragosto. La segretaria dei radicali italiani, Rita Bernardini, il presidente Laura Arconti e Marco Pannella hanno visitato il penitenziario di Rebibbia.



Uscendo dal reparto femminile, Rita Bernardini ha sottolineato che si tratta di «quello più sovraffollato» spiegando che c'è una presenza del 137%: le detenute sono 324 e mancano 88 posti, anche se, ha aggiunto, la situazione è migliorata rispetto a un anno fa. La maggioranza sono donne rom e soltanto il 25% è stata messa nella condizione di lavorare. I radicali, come ha spiegato la Bernardini, tornano a chiedere amnistia ed indulto: «Sono 30 anni che lo chiediamo ma adesso lo fanno anche rappresentanti autorevoli, come il presidente della Repubblica o la Corte Europea e persino una delegazione dell'Onu che ha fatto un'ispezione ai primi di luglio. Provvedimenti che non sono soltanto per i detenuti ma per tutta la società italiana perchè una giustizia, penale e civile, che non funziona e ha tempi lunghi, danneggia tutti i cittadini».



Molte delle detenute, ha sottolineato la Bernardini, stanno scontando pene per reati compiuti 10/15 anni fa «ed anche se si sono comportate bene - ha concluso - non hanno accesso ai benefici previsti dalla legge perchè i magistrati di sorveglianza sono oberati e non rispondono alle loro istanze».



Marco Pannella invece ha visitato il reparto maschile del nuovo complesso, sostenendo che l'ultimo dei detenuti del carcere di Rebibbia «potrebbe dare lezioni al fenomeno Renzi».
Pannella ha incontrato Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia, comunicando che «da poco si è iscritto al Partito Radicale». Pannella ha ricordato che «sono così almeno tre i presidenti della Regione Sicilia indagati ad essere stati iscritti al Partito Radicale con la doppia tessera».
© RIPRODUZIONE RISERVATA