L'episodio si inquadra nell'ambito della cosiddetta "amnistia Togliatti" che comprendeva i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene allora punibili fino a un massimo di cinque anni, i reati commessi al Sud dopo l'8 settembre 1943 e l'inizio dell'occupazione militare Alleata al Centro e al Nord e aveva efficacia per i reati commessi a tutto il giorno 18 giugno 1946.
Lo scopo era la pacificazione nazionale dopo gli anni della guerra civile ma vi furono polemiche sulla sua estensione, tanto che il 2 luglio 1946 Togliatti raccomandò interpretazioni restrittive nella concessione del beneficio.
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