«Lusi non andava espulso dal Pd»: partito condannato

«Lusi non andava espulso dal Pd»: partito condannato
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Giovedì 19 Febbraio 2015, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 10:25
L'ex senatore abruzzese Luigi Lusi non andava espulso dal Pd nelle modalità in cui decise il partito il 6 febbraio 2012, sei giorni dopo lo scandalo dei rimborsi elettorali che coinvolse il parlamentare accusato di aver sottratto dalle casse della Margherita, di cui era tesoriere, circa 13 milioni di euro. Lo ha deciso il Tribunale di Roma che ha esaminato la vicenda per la quale Lusi, in sede penale, è già stato condannato in primo grado a 8 anni di carcere e, per danno erariale, al risarcimento di 22,8 milioni di euro.



Il giudice Stefano Cardinali ha annullato la delibera dei garanti, presieduti da Luigi Berlinguer, e ha condannato il Pd a rifondere all’ex senatore la metà delle spese legali sostenute. Quel provvedimento di tre anni fa, con cui il partito decise di mettere alla porta Lusi è - secondo il Tribunale di Roma - da «considerarsi illegittimo per non essere stato preceduto da alcuna contestazione in ordine agli addebiti sui quali l’irrogazione della sanzione si fondava. Premesso che deve ritenersi necessaria la preventiva contestazione degli addebiti all’interessato».



In realtà non ci fu mai nessuna possibilità di replica per lo stesso Lusi e per questo secondo il giudice Cardinali: «Non può non rilevarsi che il Pd, nonostante ne avesse l’onere, non ha fornito alcuna prova di aver comunicato al Lusi l’intenzione di adottare il provvedimento di esclusione e gli addebiti posti a fondamento di tale volontà».
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