Legge elettorale, Renzi: franchi tiratori? Affosserebbero Letta

Matteo Renzi
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Giovedì 23 Gennaio 2014, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 21:02

Qualche franco tiratore ci sar ma se faranno fallire la riforma elettorale senza metterci la faccia, dopo quello che accaduto per l'elezione del presidente della Repubblica, allora la strada della legislatura sar in salita, non affosseranno la legge elettorale ma Enrico Letta. Matteo Renzi lo dice chiaro e tondo, intervistato dal Tg3, in una giornata che ha visto la minoranza dem del Pd piantare precisi paletti a proposito dell'Italicum.

Renzi: serve condivisione di tutti. «Le modifiche sono possibili in Parlamento se tutti sono d'accordo. Gli emendamenti saranno discussi dentro il gruppo, alcuni li condivido ma nessuno può farsi la sua legge elettorale, vanno condivisi da Fi fino a Ncd». Quanto a eventuali emendamenti di minoranza, «non è che non accetto io ma non sia una scusa per far saltare tutto il pacchetto, che prevede l'eliminazione del Senato, la riforma del titolo V, principi che non possono essere messi in discussione da forze che hanno lo 0,01. È l'ultima chiamata per la dignità del Parlamento».

Letta e il governo. «Il governo deve darsi bello sprint e credo che ci siano tutte le condizioni perché avvenga. Nel patto di governo, però, non ci siano solo espressioni in politichese ma cose concrete», ha proseguito Renzi, escludendo di essere interessato a prendere il posto di Letta: «Il governo è Letta, io faccio un altro mestiere». I tempi per stringere il patto di governo dentro la nuova maggioranza? «Il prima possibile, noi faremo una bella direzione, se c'è da discutere si discuterà poi avanti come un treno», ha aggiunto. E poi: «Craxi è stato un personaggio molto importante, finito maluccio. Io non ho mai conosciuto quella stagione, avevo un anno. Comunque basta parlare di passato». Occorre dire che dire basta alle «chiacchiere non è decisionismo ma è quello che chiedono gli italiani», ha replicato a chi lo paragona a Bettino Craxi.

Offensiva Dem. Stop alle liste bloccate, alzare la soglia del premio di maggioranza, abbassare la soglia dell'8 per cento per le forze non in coalizione e alternare la presenza di un uomo e una donna sulla lista. Queste le modifiche messe a punto dalla minoranza democratica che si è riunita nel pomeriggio e che domani in una riunione dei membri della commissione Affari Istituzionali chiederà che diventino emendamenti del Pd.

No alle liste bloccate. «Come Renzi è riuscito a convincere Berlusconi sul doppio turno, noi pensiamo che se ci convinciamo tutti insieme e Renzi si convince arriveremo al risultato che ci chiedono gli elettori delle primarie», replica il bersaniano Alfredo D'Attorre ai giornalisti che gli chiedono se presenteranno emendamenti di area nel caso in cui il Pd non decidesse di portare dei miglioramenti alla proposta. Contro le liste bloccate, i cuperliani propongono o le primarie per legge o i collegi o le preferenze, «una battaglia - sostiene la minoranza - non di corrente ma proprio nell'interesse della governabilità».

Al Senato riunione dei parlamentari del Nuovo Centro Destra. All'incontro il vicepremier e leader del partito, Angelino Alfano, ed alcuni ministri tra i quali Nunzia De Girolamo e Gaetano Quagliariello. Sul tavolo la riforma della legge elettorale in discussione alla Camera nella Commissione Affari costituzionali.

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