Fecondazione eterologa, bocciato il divieto. La Chiesa: è una follia. Lorenzin: intervenga il Parlamento

Fecondazione eterologa, bocciato il divieto. La Chiesa: è una follia. Lorenzin: intervenga il Parlamento
di Silvia Barocci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Aprile 2014, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 16:52

Per anni si sono affidate ai viaggi della speranza, per lo pi in Spagna o Ucraina, pur di rincorrere il sogno di una maternit o paternit negate da infertilit assoluta. D’ora innanzi quelle coppie non saranno più costrette a varcare i confini italiani. Perché la Corte Costituzionale, con un verdetto preso a larga maggioranza (dieci contro cinque, stando ai rumors), ha bocciato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 del 2004. Tradotto: le coppie non fertili potranno fare ricorso anche in Italia a un donatore esterno di ovuli o di spermatozoi. La sentenza, per la verità, avrà valore solo tra qualche settimana, quando il giudice Giuseppe Tesauro avrà scritto e depositato le motivazioni di una bocciatura basata essenzialmente sulla violazione del principio di ragionevolezza (art.3 della Costituzione). Durissime le reazioni del mondo cattolico: l’Accademia Pontificia per la vita manifesta «sconcerto e dispiacere»; il settimanale Famiglia Cristiana non lesina critiche all’«ultima follia italiana». A parlare di legge 40 «svuotata» e della necessità di un futuro «intervento normativo» è anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

NO FAR WEST

E’ vero che in dieci anni la legge 40 ha subito uno stravolgimento: già nel 2009 la Consulta aveva dichiarato illegittime le norme che vietavano la produzione di più di tre embrioni e obbligavano il contemporaneo impianto di essi, con gravi rischi per la salute della donna. In Europa, la donazione dei gameti maschili risulta(va) vietata solo in Italia, Lituania e Turchia. Ora che è venuto meno uno degli ultimi baluardi della legge sulla fecondazione assistita, sono in molti a gridare allo scandalo o al vuoto normativo che rischia di far cadere l’Italia nel Far-West. Nulla di tutto questo, rassicurano l’Associazione Luca Coscioni e le tante altre cui gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini hanno dato voce. Perché se la bocciatura delle norme avesse causato un vuoto legislativo, allora i ricorsi dei tribunali di Firenze, Catania e Milano, per conto di altrettante coppie sterili, sarebbero stati dichiarati inammissibili. Invece - fanno notare alla Consulta - i giudici sono entrati nel merito, proprio dopo aver superato, con una prima votazione, l’obiezione sul presunto "buco" di regolamentazione sollevato dall’avvocatura generale dello Stato per conto del governo.

I PALETTI

I limiti all’eterologa - chiariranno i giudici nelle motivazioni - saranno desumibili, per analogia, dalla stessa legge 40 del 2004 e anche dalle regole fissate da due successivi decreti legislativi (191 del 2007 e 16 del 2010). Il che significa: 1)la procreazione assistita, con il ricorso esterno a ovuli o spermatozoi, varrà solo per coppie di maggiorenni, di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi; 2)la donazione deve essere volontaria e gratuita, quindi resta fermo il divieto di commercializzare o pubblicizzare gameti o embrioni; 3)è garantito l’anonimato del donatore, che non acquisisce alcuna relazione giuridica parentale con il nato. Ciò non toglie che la Corte possa sollecitare il Parlamento a intervenire su altri aspetti di dettaglio. Certo è che quel decennale divieto alla fecondazione eterologa non aveva un fondamento costituzionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA