Caso Borsellino, Crocetta: «Vogliono la mia vita? La darò, io non ho colpa»

Caso Borsellino, Crocetta: «Vogliono la mia vita? La darò, io non ho colpa»
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Sabato 18 Luglio 2015, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 20:01
«Se qualcuno mi chiede di espiare una colpa che non ho, lo farò; se qualcuno vuole che io insozzi la mia vita per quella colpa, lo farò; se qualcuno vuole la mia vita per riparare a quella colpa che non ho, io la darò. Tutto accetterò tranne che morire come un pezzo di merda in un letto». È netto Rosario Crocetta, interpellato dall'Ansa sulla bufera che lo ha travolto dopo una presunta intercettazione telefonica col suo medico Matteo Tutino, pubblicata da l'Espresso.



«Non ho mai lasciato sola Lucia Borsellino, la sua sofferenza e il suo calvario sono stati anche miei», sottolinea il governatore della Sicilia, che poi rivela: «Poteri forti volevano far saltare Lucia Borsellino sul caso della piccola Nicole, per poi far saltare me». Crocetta denuncia il tentativo «di ambienti politici siciliani» di far entrare nella commissione ministeriale su Nicole l'ex manager di Villa Sofia, Giacomo Sampieri.



Per il governatore fu proprio Sampieri, l'ex manager intercettato dagli investigatori al telefono con Matteo Tutino, a rivelargli l'episodio. «Sampieri fu nominato manager di Villa Sofia, avendo il punteggio più alto tra i candidati; poi quando ricevette l'avviso di garanzia, gli telefonai lo stesso giorno chiedendogli di dimettersi e lo fece», dice. «Dopo due anni - racconta il governatore - ci fu una circostanza che riabilitò Sampieri ai miei occhi: fu il caso della piccola Nicole (la neonata morta, su cui c'è una inchiesta aperta della Procura)». «In quei giorni mi chiamò Tutino, dicendomi che Sampieri doveva dirmi cose importanti - prosegue Crocetta - Andai nel suo studio: Sampieri mi disse che ambienti politici siciliani erano in grado di farlo inserire nella commissione del ministero della Sanità sul caso Nicole.
Chiesi a Sampieri di non prestarsi a questo sciacallaggio e chiamai Lucia Borsellino (all'epoca assessore alla Salute), che sentì quella storia con le sue orecchie». Per Crocetta «da quel racconto era chiaro che i poteri forti volevano fa saltare Lucia per fare saltare poi anche me».
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