Prodi, la mediazione sblocca l'intesa a sinistra

Prodi, la mediazione sblocca l'intesa a sinistra
di Barbara Jerkov
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Domenica 19 Novembre 2017, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 15:34
Un colloquio «lungo e cordiale» tra Romano Prodi e Matteo Renzi è stato il punto di svolta di questa due giorni che, dopo tanta impasse, sembra finalmente segnare un passo positivo per la coalizione di centrosinistra. Il Professore e il leader dem si sono parlati a lungo venerdì mattina (anche se si è saputo solo ieri sera), studiando il percorso «veloce» per la nascita della coalizione di un centrosinistra «largo». E il padre dell'Ulivo, quando ieri sera si sono diffuse le voci di una possibile lista con il suo nome ha smentito seccamente. «Romano non lavora a un pezzetto della coalizione, ma al suo insieme e non scenderà mai in campo direttamente», dice il suo braccio destro Sandra Zampa, «nascerà invece un listone ulivista che non vuole essere un cespuglio, ma un interlocutore forte e credibile del Pd».

I RIFLESSI
I riflessi della chiacchierata tra Prodi e il segretario dem si sono avuti in serata nella e.news di Renzi: «La coalizione di centrosinistra alla quale stiamo lavorando con il generoso contributo di tutti, dovrà garantire eguale dignità a tutti i componenti». Dunque anche al listone ulivista guidato da Giuliano Pisapia e a cui lavorano anche prodiani come Zampa e Giulio Santagata. «Penso di poter dire», ha aggiunto Renzi, «che avremo una coalizione di qualità, con presenze significative sia alla nostra sinistra che al centro e che saremo competitivi praticamente in tutti i collegi».
Sempre ieri, a sua volta, Piero Fassino ha incontrato insieme a Maurizio Martina, proprio Pisapia. Prima della riunione, lo stesso Prodi ha chiamato l'ex sindaco. «Mi ha detto di andare avanti nel tentativo di unire il centrosinistra», rivela Pisapia, «e lo dico perché mi ha autorizzato a dirlo», ha puntualizzato. Pisapia da giorni va dicendo che il Professore dovrebbe avere il ruolo di «garante» della coalizione e la stessa richiesta ha rivolto direttamente ai due rappresentanti del Nazareno.

L'uno e gli altri parleranno, a sera, di un «incontro molto positivo e costruttivo». Nel merito, l'ex sindaco si aspetta ora segnali concreti dalla legge di bilancio, l'apertura a modifiche al jobs act, l'impegno su Ius soli e biotestamento, nonché sui superticket in manovra: tutti temi su cui c'è già un'intesa di massima con il Nazareno. Pisapia chiede «un segnale forte di un cambio di rotta», insomma, ma anche un «garante» del patto di coalizione, che potrebbe essere lo stesso Prodi. Il Professore, che nel pomeriggio vede Paolo Gentiloni a un convegno sulla Cina, ha precisato però, come si diceva, che «non vi sarà nessuna lista intestata» a lui o all'Ulivo. Ma la novità è che il confronto si apre sul serio, stavolta. C'è un'intesa sul metodo e ci si tornerà a confrontare sui contenuti in settimana, forse già giovedì.

I NODI IRRISOLTI
Se - «e non è detto» - un accordo con il Pd ci sarà, l'idea dei pisapiani è costruire non una lista civetta ma un soggetto «forte» delle adesioni dei prodiani (Pisapia sarà oggi a Bologna con loro), dei Radicali, magari i Verdi. Ma sul piano politico restano nodi che rischiano di far incagliare l'intesa. Una condizione su cui l'ex sindaco non sembra voler transigere è tenere fuori Ap dalla coalizione. Ma Lorenzo Guerini, che lavora per affiancare al Pd un soggetto di centro, in giornata sente Angelino Alfano. E Renzi ribadisce che in coalizione ci saranno «i centristi». L'altro nodo irrisolto è la leadership. «Non può essere il leader della coalizione chi è stato divisivo in questi anni», dice da Cp Marco Furfaro, alludendo a Renzi.

Eppure Matteo, a chi l'ha sentito, è apparso molto soddisfatto: «L'obiettivo di una coalizione forte, in grado di competere in ogni collegio, è a portata di mano», tira le somme alla fine di questa due giorni.

 
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