«Il suo nome e la sua fama di grande stratega - prosegue Gattegna - rimangono legati ad una manovra di aggiramento alle spalle delle truppe egiziane sul Canale di Suez con il quale riuscì a capovolgere l'esito della Guerra del Kippur nel 1973. Fu un'operazione che diresse e realizzò in maniera coraggiosa e brillante sul piano militare. Ma egli non è stato soltanto un grande generale tanto che, una volta eletto alla carica di Primo Ministro, ha tentato ripetutamente di aprire nuove strade per la cessazione delle ostilità e l'inizio di un processo di pace. In questo contesto ha preso anche la coraggiosa decisione di ritirare, nell'agosto del 2005, la presenza civile e militare israeliana dalla Striscia di Gaza».
Pacifici. «La Comunità ebraica di Roma piange la morte di Ariel Sharon. La sua memoria resterà indelebile nei nostri cuori e nei libri di storia», afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, sottolineando come «senza il 'Leone d'Israelè lo Stato ebraico forse non sarebbe più esistito». Ma - rimarca Pacifici - al di là della sua «intelligenza e del suo coraggio», la battaglia «più difficile» Sharon «l'ha probabilmente compiuta per portare il Paese alla pace».