Seattle, il riscatto dei nativi americani: il Columbus day diventa l'Indigenous People's Day

Seattle, il riscatto dei nativi americani: il Columbus day diventa l'Indigenous People's Day
di Stefania Piras
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Martedì 7 Ottobre 2014, 22:12 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 13:04
A Seattle, i nativi americani si stanno riprendendo il loro giorno di festa a discapito di Cristoforo Colombo.



Le autorità della principale città dello Stato di Washington hanno votato una risoluzione per celebrare gli Indiani d’America il 12 ottobre. Il Columbus day non si chiamerà più così ma “Indigenous People's Day”.



Sarà celebrato il secondo lunedì di ottobre, proprio quando va in scena il tradizionale Columbus day con le sue parate di pattinatrici vestite con il tricolore italiano. A Seattle prenderanno il loro posto le discendenti degli indigeni Salish. Ne hanno fatto una questione di principio per trasmettere i valori e celebrare la cultura degli autoctoni che popolavano l’America ben prima dell’arrivo delle tre caravelle.



Il Columbus day celebra l’orgoglio italiano e l’arrivo del navigatore genovese nel Nuovo Mondo, il 12 ottobre 1492, ma non è una festa ufficiale a Washington. Il provvedimento ha scatenato un forte dibattito. «Nessuno ha scoperto Seattle, Washington» ha detto al Tampa Tribune Fawn Sharp, presidentessa del Quinault Indian Nation on the Olympic Peninsula e dell’Affiliated Tribes of Northwest Indians. Mentre Ralph Fascitelli, un italo-americano che vive a Seattle, ha fatto sapere che si sente poco rispettato e ha ribattuto che l’America non sarebbe tale senza Cristoforo Colombo.



Anche il comune di Bellingham, a nord di Seattle, si è posto lo stesso problema di revisione e ha considerato di istituire la giornata della Costa Salish, dal nome delle popolazioni che abitavano nello stato del Montana. E così già a Minneapolis e nel sud Dakota.



«Capisco i motivi della comunità italo-americana ma dobbiamo fare i conti con il nostro passato» ha sintetizzato Bruce Harrell, consigliere comunale di Seattle. Il suo collega di origini italo-americane, Nick Licata, ha cercato comprensibilmente di sdrammatizzare.



David Bean, membro del Puyallup Tribal Council, (I Puyallup erano gli indiani che vivevano nell’estremo nord ovest e che oggi, secondo l'ultimo censimento, rappresentano l'1,4% dei 37 mila abitanti della città di Puyallup) spera che l’istituzione della festa vada in porto perché dimostra il riconoscimento della storia, la cultura e i valori dei nativi.



Ma il declino del Columbus day è cominciato già qualche anno fa quando vari rappresentanti dei nativi hanno cominciato a osteggiare apertamente il simbolo di Colombo, considerato più un colonizzatore che un esploratore. E così con la scusa dei costi la festa è stata abolita in numerosi stati americani.



E se per la coppia d’oro del musical americano, George e Ira Gershwin, le doti da esploratore di Colombo non erano in discussione (Nel 1937, nel film “Shall we dance” Ginger Rogers cantava “They all laughed at Christopher Columbus when he said the world was round”) adesso la palla passa al sindaco di Seattle, Ed Murray, che dovrà trovare una soluzione alla guerra delle feste e con Gershwin cantare, eventualmente: “Who's got the last laugh now?”