L’Onu un po’ vecchia e spesso vittima dei nazionalismi e a Roma si cerca di correre ai ripari. Un gruppo di giovani di tutto il mondo è arrivato nella Capitale per la più grande simulazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, mille e cinquecento studenti che si scambiano non solo le opinioni, ma anche la nazionalità: nessuno infatti rappresenta gli interessi della propria patria, ma porta avanti i dossier degli altri.
L’iniziativa si chiama Rome Model United Nations (RomeMUN), ieri ha radunato i ragazzi nella sede della Fao, da oggi per tre giorni l’appuntamento è alla Fao, il 17 gran finale a Eataly. I partecipanti entreranno a far parte di sette organi istituzionali: l’Assemblea Generale ONU, il Consiglio di Sicurezza, la Fao, la Corte Internazionale di Giustizia, Consiglio dell’Unione Europea, Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
«Il Rome Model United Nations è un esempio perfetto di come l’Italia sia ancora oggi un sogno, un baluardo di modernità, storia e tradizione che attrae migliaia di giovani in tutto il mondo. Basta utilizzare al meglio gli strumenti a nostra disposizione come la lingua inglese, internet e i social network per portare nel nostro paese alcuni tra i migliori talenti al mondo. È una sfida che noi di Giovani nel Mondo abbiamo colto e che siamo sicuri dimostrerà come noi italiani siamo all’altezza dei nostri coetanei all’estero», sottolinea la Daniela Conte, Direttore Esecutivo del RomeMUN.
Il Rome Model United Nations è organizzato dall’Associazione Giovani nel Mondo, con il patrocinio di FAO, IFAD, WFP, del Ministero degli Affari Esteri, della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea e delle Regioni Lazio, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Piemonte, Campania, Lombardia, Abruzzo e Sicilia.