Nagasaki, sopravvissuti contestano il premier Abe alla commemorazione per i 70 anni dell'atomica

Nagasaki, sopravvissuti contestano il premier Abe alla commemorazione per i 70 anni dell'atomica
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Domenica 9 Agosto 2015, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 17:35
I superstiti dell'atomica hanno duramente contestato i piani del premier giapponese Shinzo Abe sull' «autodifesa collettiva» - in discussione alla Dieta e che coinvolge anche l'impiego delle forze armate all'estero - accusati di portare «alla guerra» e di essere in contrasto con i propositi di «abolizione del nucleare e i desideri dei sopravvissuti».



Il duro attacco è caduto nella cerimonia di Nagasaki in ricordo delle vittime e della tragedia della bomba al plutonio sganciata 70 anni fa sulla città, il 9 agosto del 1945, a tre giorni da quella di Hiroshima, e ha come autore Sumiteru Taniguchi, a capo dell'associazione dei sopravvissuti all'atomica, che a 86 anni porta sul corpo gli effetti permanenti delle radiazioni causa di quasi 80.000 morti entro la fine dello stesso anno. Taniguchi, gravemente ustionato (sabato ha diffuso le foto del passato e del presente) a 2 km dall'ipocentro dell'esplosione, ha ripercorso la drammatica esperienza fino alla chiusa: «Queste proposte di legge sulla sicurezza che il governo sta sostenendo porteranno alla guerra. È un tentativo di rovesciare attività e desideri di abolizione del nucleare promossi da noi hibakusha (superstiti alla bomba atomica, ndr) e da quelle moltitudini di persone che desiderano la pace. Non possiamo accettarlo», ha concluso tra gli applausi delle migliaia di partecipanti, mentre le telecamere riprendevano l'espressione del volto di Abe. Il sindaco Tomihisa Taue, nella Dichiarazione sulla Pace, non ha risparmiato i colpi sullo stesso argomento e ha parlato «di un mondo che deve vivere senza armi atomiche».



Ha chiesto un «attento» esame delle norme sulla sicurezza in discussione, viste dai critici come un allontanamento dal pacifismo del Giappone sancito nell'articolo 9 della Costituzione del 1946, che ripudia la guerra e l'uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Taue, a differenza da quanto detto giovedì dal sindaco di Hiroshima Kazumi Matsui, ha parlato di «disagio diffuso» sul progetto del governo a fronte di un pacifismo che nasce dalle «esperienze dolorose e difficili» del passato. «Per il bene di Nagasaki e del Giappone, non dobbiamo mai cambiare il principio di rinuncia alla guerra», ha ammonito Taue. Bisogna trasmettere i ricordi di 70 anni (dai bombardamenti atomici alle sofferenze inflitte da Tokyo a molti Paesi e persone in Asia), fino al sostegno a quanti nella prefettura di Fukushima lottano contro i danni causati dall'incidente del 2011 dalla centrale nucleare.



Per i sopravvissuti è motivo di allarme la minaccia ai tre principi antinucleari del Paese: contro produzione, possesso e trasporto di armi sul territorio giapponese.
Mercoledì, in una audizione parlamentare, il ministro della Difesa Gen Nakatani ha ammesso che le nuove norme dovrebbero teoricamente permettere al Giappone di trasportare armi nucleari come parte del sostegno logistico ai Paesi stranieri. In più, Abe, parlando a Hiroshima, non ha menzionato «i tre principi», a differenza di quanto fatto nelle cerimonie dei due anni precedenti. A Nagasaki, invece, il premier ha corretto il tiro, assicurando che il governo li «sosterrà» e promettendo di guidare gli sforzi su disarmo e non proliferazione internazionale, verso un mondo «privo di armi nucleari». Eventi tragici, quelli di 70 anni fa, che suscitano «ancora orrore e repulsione» e che sono «un monito perenne all'umanità affinchè ripudi per sempre la guerra e ogni arma di distruzione di massa», è stato anche il monito di Papa Francesco. Che ha sollecitato il «no alla guerra e alla violenza e il sì al dialogo e alla pace», quando a Nagasaki, cuore della cristianità in Giappone, si svolgono iniziative «per non dimenticare», tra cui una solenne messa alla cattedrale di Urakami, ricostruita nel 1959.
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