Usa, Guantanamo, un sergente scrive:
«Quei suicidi erano omicidi della Cia»

Joseph Hickman, ex guardia a Guantanamo
di Alessandro Di Liegro
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Venerdì 16 Gennaio 2015, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 21:29
La Cia avrebbe coperto l'omicidio di tre detenuti, avvenuto nel 2006 all'interno della prigione di massima sicurezza di Guantanamo, coprendo l'accaduto come un triplice suicidio. A testimoniare l'accaduto il sergente dell'esercito Joseph Hickman, che all'epoca dei fatti era di guardia nel campo di prigionia cubano nella notte in cui i tre sarebbero stati uccisi.



I prigionieri erano Salah Ahmed Al-Salami, 37 anni dello Yemen, Mani Shaman Al-Utaybi, 30 anni dall'Arabia Saudita e Yasser Talal Al-Zahrani, 22 anni, anche lui saudita.



«I detenuti avrebbero dovuto legarsi mani e piedi insieme, mettersi una maschera in faccia, fare un cappio, appenderlo al soffitto della cella, e saltare insieme. Tutto questo mi sembra impossibile. Noi avevamo l'ordine di controllare i detenuti ogni quattro minuti» avrebbe detto Hickman in una videointervista rilasciata a Vice News.



Il sergente riferisce anche di una ispezione nelle celle poche ore prima dell'accaduto in cui le guardie non avrebbero trovato nulla che potesse essere credibilmente stato usato per creare i cappi.

Hickman ha appena scritto un libro, “Omicidio al Camp Delta”, con cui spera di dare un contributo alla ricerca della verità sulle torture perpetrate all'interno del campo di prigionia sulle quali sta indagando il Senato degli Stati Uniti.



«Speravo di lasciarmi Guantanamo alle spalle. Non volevo ricordare nulla di quel periodo. Era come un brutto sogno”, continua Hickman «Poi ho visto un altro detenuto impiccato. Quindi ho voluto andare più a fondo per scoprire cosa realmente stava succedendo».



Nella notte del 9 giugno 2006, Hickman era di guardia al campo Delta quando ha visto un furgone rientrare al blocco Alpha tre volte distinte, ogni volta prendendo un prigioniero e portandolo fuori dal campo. Ha visto il furgone uscire dal checkpoint ACP Roosevelt, che portava solo in due posti: la spiaggia e il Campo No, dove c'era un ufficio segreto della Cia.



«Fra le 23 e le 23.30 ho visto il furgone tornare al Campo Delta e dirigersi verso la clinica medica. Dopo 10 minuti il caos: tutte le luci si sono accese e le sirene hanno iniziato a suonare. I prigionieri erano morti» ricorda.



Hickman riferisce che i tre si erano impegnati in uno sciopero della fame, cosa che stava ispirando gli altri detenuti a fare lo stesso. «La policy di sicurezza era che non si poteva interrogare chi stava facendo lo sciopero della fame. Nel 2006 la Cia ha fatto circa 200 interrogatori a settimana, cosicché ogni sciopero della fame era visto come una diminuzione della possibilità di intelligence per recuperare informazioni».



Detenere persone senza valide accuse nei loro confronti è considerato illegale secondo la carta dei diritti dell'uomo. Il paradosso è che il motto di Guantanamo è “Sicuri, umani, legali,trasparenti”.

«Pensavo che Guantanamo fosse quello di cui c'era bisogno, il clima legato alla guerra stava cambiando e avevamo bisogno di un posto sicuro dove detenerli e interrogarli», conclude.



Il Senato ha stilato un rapporto sulle torture perpetrate dalla Cia sui detenuti a Guantanamo e le carte rilasciate dalla Cia sono state date a una commissione composta da cinque senatori. In questi giorni si è scoperto che la stessa agenzia di intelligence stava spiando i computer della commissione, col timore che venissero rilevati informazioni segrete. Dagli uffici della Cia si parla di una semplice incomprensione legata agli obblighi di controllo e sicurezza del National Security Act”.