Ufo di Mussolini, agente segreto Usa conferma: «Portati negli Stati Uniti i rottami dell'astronave e i resti dei piloti trovati nel 1933 in Lombardia e studiati da Marconi»

Il Centro ufologico nazionale: "Il Velivolo Non Convenzionale precipitato 90 anni fa venne studiato anche da Guglielmo Marconi"

Ufo di Mussolini, agente segreto Usa conferma: «Portati negli Stati Uniti i rottami dell'astronave e i resti dei piloti trovati nel 1933 in Lombardia e studiati da Marconi»
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 21:30

Un Ufo precipitato nel 1933 alle porte di Milano? Un Ufo studiato anche da Guglielmo Marconi dopo che Mussolini aveva informato anche Papa Pio XII? Ora sono diventati due, e di rango come Luis Elizondo e David Charles Grusch, i personaggi americani che dichiarano che effettivamente 90 anni fa, proprio il 13 giugno, un oggetto volante non identificato precipitò in Lombardia con a bordo due passeggeri "molto alti, capelli chiari" che ci lasciarano la pelle, peraltro descritta come "diafana".

L'acronimo Ufo ancora non era di uso comune e figuriamoci l'ultima versione Uap (Unidentified aerial phenomena, ovvero fenomeni aerei non identificati) che stenta, come comprensibile, a imporsi e si parlò infatti di Velivolo Non Convenzionale. Si tratta del celeberrimo "Vnc del Duce", un episodio arcinoto, oggetto di studi e pubblicazioni, ma finora restato nel limbo dello scetticismo anche perché la documentazione (che trovate sotto) presta il fianco a giustificati dubbi in attesa magari che archivi locali e nazionali aggiungano conferme, numeri di protocollo, timbri.

E poi sullo sfondo resta sempre la circostanza che si trattasse di un aereo tedesco di avanzata progettazione: le forze armate del cancelliere di fresca nomina Adolf Hitler ne avevano parecchi allo studio.

Mussolini sarebbe restato fortemente impressionato da quella tecnologia germanica, un elemento che potrebbe avere contribuito a spingerlo verso l'Asse con Berlino.

Fatto sta che esistono documenti (che, ripetiamo, non hanno finora rispettato tutte le norme per essere considerati veritieri da tutti gli storici) che indicano che Mussolini ordinò di secretare tutto ciò che riguardava quell'episodio (comprese le testimonianze di chi aveva visto un bagliore nel cielo seguito da un boato), ovvero, si ritiene, di mettere al sicuro sia i rottami recuperati a Vergiate (Varese) sia i resti (in formalina) dei piloti del Vnc. Materiale affidato alla fabbrica della Siai Marchetti proprio a Vergiate e quindi sequestrato nel 1945 dall'Office of Strategic Services, l'antesignano della Cia, e trasferito negli Stati Uniti. Il Vnc lombardo del 1933 diventa così il primo episodio di spessore dell'Ufologia mondiale.  Secondo il Centro ufologico nazionale della vicenda «venne investito il “Gabinetto RS/33” (sigla in cui RS sta per “Ricerche Speciali” e 33 è l’anno di nascita del gruppo) guidati dal Presidente della Regia Accademia d’Italia Guglielmo Marconi, che effettuò senza successo studi di retroingegneria tesi a replicare la tecnologia del mezzo recuperato». Proprio sull'esistenza di questo Gabinetto RS/33 restano tuttavia ancora molti dubbi.

E il Pentagono? Non ha mai confermato una riga della vicenda dell'Ufo del Duce, ma del resto fino al 2018 è stato questo l'atteggiamento su tutto ciò che riguarda gli Ufo. Poi le prime crepe fino alle clamorose ammissioni dell'esistenza di filmati dell'Us Navy che riguardano senza alcuna ombra di dubbio "oggetti volanti non identificati", il che vuole dire esattamente quello che indicano le parole e non che quei velivoli dalla prestazioni strabilianti vengano per forza da altri pianeti. 

Ora, come sottolinea il Centro ufologico nazionale, fanno scalpore le dichiarazioni di David Charles Grusch, 36 anni, ex ufficiale decorato in Afghanistan, veterano della National Geospatial-Intelligence Agency (NGA) e del National Reconnaissance Office (NRO), per tre anni alla Task Force sui fenomeni aerei non identificati e poi, fino al 2022, ai vertici dello stesso NGA per l'analisi UAP.

Insomma, un tipo dalle spesse credenziali, afferma che gli Stati Uniti, e non solo, hanno a disposizione da anni velivoli (astronavi) intatti o rottami di velivoli definiti di natura "non umana". Oppure, meglio, la tecnologica attuale non permette di creare questi mezzi volanti per di più costruiti con metamateriali. La definizione "non umana" o aliena deriva anche dalla considerazione che, data la copertura satellitare che comprende ogni angolo del pianeta, diventa formalmente impossibile per qualcuno (una grande potenza, insomma) effettuare in segreto test di macchine volanti dalle prestazioni strabilianti (vedi i "tic-tac" riprese dai piloti della marina americana): le grandi potenze rivali se ne accorgerebbero, per non dire, in riferimento agli Usa, probabilissime fughe di notizie dall'interno.  

Fra questi materiali Grusch, intervistato anche dal quotidiano francese Le Parisien, ha detto che il caso più indietro nel tempo di cui si è occupato al Pentagono è proprio quello italiano del 1933 a Magenta (poco più a nord di Vergiate, vedi mappa) e che riguardava un "velivolo a forma di campana"

Una delle astronavi "esotiche" o aliene che insieme ai metamateriali (ovvero materiali con caratteristiche non identificabili con quelle naturali a noi note) tengono sempre più banco a ormai 16 anni dalle prime rivelazioni arrivate sempre dagli Usa dove anche la Nasa ha allestito un gruppo di scienziati per occuparsi (finora con scarsi risultati) di Ufo. 

Per Grusch, ripreso anche con evidenza dal New Yourk Times, il Congresso dispone già di "informazioni classificate" su questi velivoli "non costruiti dall'uomo" recuperati. Epperò, nelle relazioni recenti sul fenomeno degli Uap, questi argomenti non sono stati rivelati. Inoltre l'ex ufficiale sostiene di essere minacciato di ritorsioni legali per aver rivelato queste informazioni che il Pentagono non ha confermato.

Come riporta il sito americano thedebrief.com, l'ex militare sostiene che i recuperi di rottami o di velivoli alieni avvengonoe "da decenni" e che riguardano anche paesi alleati degli Stati Uniti. Secondo gli accertamenti raccontati da Grusch gli oggetti recuperati sono "di origine esotica (intelligenza non umana, origine extraterrestre o sconosciuta) sulla base delle morfologie del veicolo e dei test di scienza dei materiali e del possesso di disposizioni atomiche uniche e firme radiologiche".

Parole che riecheggiano quelle di Luis Elizondo, ex agente e ex dirigente del programma segreto Aatip (Advanced Aerospace Threat Identification Program), in precedenza Aawsap (Advanced Aerospace Weapons System Application Program), della Dia, e  di Tom DeLonge, ex front man della band americana Blink182, fondatore della To the stars academy of Art and Science.  Elizondo, ora a fianco di DeLonge, munifico filantropo di queste ricerche, raccontò di essere uscito dalla Dia non condividendo la cappa di segretezza imposta ai quei programmi. Proprio a Roma nel 2018 Elizondo e DeLonge ne parlarono durante il convegno anuale del Centro ufologico nazionale.

E poi c'è anche Jonathan Gray, ufficiale della United States Intelligence Community in servizio per il National Air and Space Intelligence Center (NASIC) che aggiunge: “Il fenomeno dell'intelligenza non umana è reale. Non siamo soli - ha detto Gray - I recuperi di questo tipo non sono limitati agli Stati Uniti. Questo è un fenomeno globale, eppure una soluzione globale continua a sfuggirci”. E ancora: "Gli studi e le ricerche di materiali "esotici", risalenti all'inizio del XX secolo, non dovrebbe più rimanere un segreto. L'origine della maggior parte di questi materiali è stata poi spiegata e attribuita all'uomo e alle sua tecnologice, manon  non tutti, e qualsiasi numero superiore a zero in questa categoria rappresenta una percentuale statistica innegabilmente significativa".

 

I precedenti

Già due anni fa era emerso che analizzare rottami di Ufo era fra i compiti istituzionali della Dia, Defense Intelligence Agency, che tiene sotto osservazione le forze armate dei paesi stranieri "per prevenire e vincere le guerre". E in effetti non potrebbe esserci qualcosa di più "straniero" di un Ufo.  Rimbombò allora in maniera parecchio stentorea la clamorosa conferma che la Dia ha scritto a proposito di "metamateriali" ritenuti non di origine terrestre, e quindi alieni, posseduti dal Pentagono e affidati allo studio di uno dei più noti appaltatori della Difesa degli Stati Uniti, la Bigelow Aerospace del Nevada. La risposta, a lungo attesa, era infine quella giunta al ricercatore americano Anthony Bragalia che si è appellato al Freedom Of Information Act (la legge sulla Libertà di Informazione). 

Una poderosa ammissione che rafforza quanto annunciato nel dicembre del 2018 a Roma nel corso del convegno annuale del Cun (Centro ufologico nazionale) a cui parteciparono Luis Elizondo e Tom DeLonge.

Furono loro due a mettere  in scacco il Pentagono incassando la fiducia del New York Times che con uno scoop del dicembre 2017 obbligò la Difesa americana a rilasciare tre video girati da piloti militari americani. Video che nel 2019 vennero certificati definitivamente dal Governo americano: gli oggetti ripresi dalle telecamere dei caccia F-18 della Marina sono oggetti volanti non identificati, Ufo, o, meglio, come si dice adesso Uap, Fenomeni aerei non identificati. E sempre loro a Roma rivelarono che il Pentagono da anni possiede detriti di materiali con caratteristiche non riscontrabili in materiali conosciuti sulla Terra e non attribuibili a meteoriti. 

E' chiaro che va sempre specificato che per materiali oppure velivoli oppure oggetti "alieni" si intende alla lettera che si ritengono "estranei" alle nostre conoscenze attuali e non necessariamente provenienti da altri pianeti. Conoscenze ufficiali, va aggiunto, perché in passato fenomeni ritenuti alieni erano in realtà originati da esperienze più che terrestri, ma tenute segrete da questo o quello stato per motivi militari.    

A ogni modo ora è stato lo stesso Cun a riportare la lunga lettera-dossier (oltre 150 pagine)  scritta, a tre anni dalla richiesta, dalla Dia a Bragalia che interrogava l'ente americano su detriti, residui, relitti e rottami derivati da incidenti di oggetti volanti non identicati. Agli archivi sono ben registrati ad esempio l'episodio di Ubatuba in Brasile nel 1957 e a Firenze nel 1954 da cui provengono materiali oggetto di indagini che non ne chiarirono la provenienza.

Di queste schegge di materiali "alieni" ne mostrarono in video gli stessi Elizondo e DeLonge a Roma nel 2018.

La caratteristiche che rendono questi materiali ignoti sono relativi al loro comportamento rispetto alla luce e ai campi elettromagnetici. 

Affascinanti le ipotesi che questi materiali potrebbero far fare un balzo alle nostre conoscenze tecnologiche permettedoci di produrre nuove leghe metalliche. Ad esempio Bragalia citava, dopo aver letto la risposta della Dia, il caso del Nitonol,  lega "a memoria di forma" di Nichel e Titanio superesistente e superelastico con cui si realizzano oggetti deformabili e in grado di recuperare almeno in parte la forma originale con mille possibili applicazioni dall'industria alla chirurgia. Viene usata dagli anni Settanta con una storia che riecheggia temi de "L'uomo che cadde sulla Terra" il romanzo di fantascienza di Walter Tevis (La regina degli scacchi) da cui venne tratto il film con David Bowie. Fantascienza, appunto, per adesso. Non è fantascienza invece cià che da anni fanno gli astronauti sulle stazioni spaziali conducendo esperimenti su liquidi e metalli e sul loro uso combinato che non è possibile sulla Terra, ma che lo diventa in situazioni di microgravità.

I metamariali

Il ricercatore americano, riferendosi al dossier disvelato dalla Dia, citava le fenomenali qualità dei metamateriali riconducibili agli studi sui detriti alieni.Ad esempio si indica la capacità di ridurre la luminosità fino alla completa invisibilità anche da parte dei radar (tecnologie applicate negli aerei stealth) oppure la capacità di comprimere i campi elettromagnetici, proprietà dalle infinite applicazioni a cominciare dalla progettezione di processori e componenti per computer.   

Bragalia, infine, faceva  notare i tanti Omissis contenuti nei documenti che la Dia gli ha trasmesso, a cominciare da nomi degli scienziati che hanno studiato questi detriti alieni. 

L'Ultima nota del Cun

Oggi, il 13 giugno di 90 anni fa, in Lombardia veniva recuperato un UFO, all’epoca denominato in Italia “Velivolo Non Convenzionale” (VNC) in prossimità di Magenta. Il Governo fascista secretò l’evento ritenendolo un rivoluzionario mezzo aereo di un’altra Potenza europea e ne affidò lo studio ad un team di esperti denominato “Gabinetto RS/33” (sigla in cui RS sta per “Ricerche Speciali” e 33 è l’anno di nascita del gruppo) guidati dal Presidente della Regia Accademia d’Italia Guglielmo Marconi, che effettuò senza successo studi di retroingegneria tesi a replicare la tecnologia del mezzo recuperato. L’oggetto e i suoi piloti di apparenza umana e razza bianca deceduti nello schianto, di alta statura e di occhi e capelli chiari, furono ritenuti da Mussolini dei piloti tedeschi, anche se nulla poteva provarlo. La questione emerse nel 1996, quando il giornalista aerospaziale e presidente del Centro Ufologico Nazionale Roberto Pinotti ricevette da un anonimo discendente di uno dei componenti il Gabinetto una serie di documenti (poi dimostratisi autentici e d’epoca con analisi forensi), comprovanti il fatto e l’attività del Gabinetto RS/33 nella raccolta di casistica di questo tipo fra il 1933 e il 1940. Pinotti e Alfredo Lissoni pubblicarono con Mondadori un rapporto sul tema, oggi divenuto un best-seller (Luci nel Cielo: Vnc, gli Ufo del Ventennio). Luis Elizondo, il militare e agente segreto USA che ha avviato nel 2017 il processo che nel 2021 ha definitivamente sdoganato la realtà degli UFO, oggi ufficialmente indicati come mezzi tecnologici avanzati sotto controllo intelligente e di ignota provenienza, ha poi indicato quello del 1933 come un evento che all’Intelligence USA risulta effettivamente verificatosi. Ed oggi la “gola profonda” David Grusch, militare decorato e lui pure agente dell’Intelligence USA, ha appena confermato che al Pentagono il fatto è in effetti ben noto. “Si tratta del primo UFO recuperato” ha dichiarato. Mussolini ne avrebbe informato anche Papa Pio XII, e l’oggetto sarebbe poi caduto in mano agli Americani nel 1945 e l’OSS (l’antenata della CIA) ne avrebbe curato il trasporto dall’Italia liberata agli Stati Uniti. Grusch ha quindi appena confermato in toto quanto già emerso e presentato nel loro libro da Pinotti e Lissoni, e tutto questo comporta il fatto che il fenomeno – tacitato ai massimi livelli di segretezza dal Duce – retrodata la questione degli UFO dagli USA del 1947 all’Italia del 1933. Per cui ormai è ufficiale: il problema degli UFO è nato durante il fascismo nella nostra penisola, fra il 1933 e il 1940 al centro di molteplici avvistamenti di Velivoli Non Convenzionali (VNC) riferiti nei rapporti del Gabinetto RS/33 e dai telegrammi inviati al riguardo dai Prefetti del Regno al Capo del Governo. Chi in Italia fosse al corrente di altri elementi probanti sarebbe bene venisse lui pure allo scoperto. Nota firmata da Roberto Pinotti, presidente CUN e Vladimiro Bibolotti, presidente CIFAS.

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