In primo luogo, secondo la Corte di giustizia, la direttiva approvata dalle istituzioni di Bruxelles si applica a tutti, «senza che venga operata alcuna differenziazione, limitazione o eccezione in ragione dell'obiettivo della lotta contro i reati gravi». Inoltre «non prevede alcun criterio oggettivo che consenta di garantire che le autorità nazionali competenti abbiano accesso ai dati e possano utilizzarli» solamente per perseguire i reati. E infine, quanto alla durata della conservazione dei dati, la direttiva impone «che essa non sia inferiore a sei mesi, senza operare distinzioni tra le categorie di dati a seconda delle persone interessate o dell'eventuale utilità dei dati rispetto all'obiettivo perseguito».
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