Catalogna, il governo denuncia Madrid alla Corte europea dei diritti umani: «Referendum non è reato»

L'esecutivo catalano
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Venerdì 29 Settembre 2017, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 20:48

Il ministro della giustizia catalano Carles Mundò ha annunciato la presentazione di una denuncia penale contro il procuratore dello stato spagnolo per «abuso di potere» per la repressione attuata negli ultimi giorni in Catalogna. Mundò ha detto che organizzare un referendum secondo la legge spagnola «non è un reato», ed ha precisato che la denuncia sarà presentata anche davanti alla Corte europea dei diritti umani. 

«Non ci sarà nessun referendum» in Catalogna. La linea del governo centrale di Madrid resta netta. 
«Questo è un processo illegale fin dal suo inizio e impediremo che possa realizzarsi» a dichiararlo è Inigo Mendez de Vigo, portavoce dell'esecutivo guidato da Mariano Rajoy. Lo stesso De Vigo ha anche avvertito il presidente del governo della Generalitat, Carles Puidgemont, che «i responsabili di questa situazione risponderanno davanti ai Tribunali in forma personale e patrimoniale». 

Non solo dichiarazioni, si rincorrono anche le manifestazioni di forza dei due governi. Da un lato Madrid ha deciso di chiudere lo spazio aereo sopra Barcellona ai voli di aerei privati e elicotteri, da oggi fino a lunedì, per evitare che vengano scattate immagini aeree delle grandi manifestazioni che probabilmente si terranno. Dall'altro il 'govern' catalano ha svelato oggi uno dei segreti meglio custoditi del referendum mostrando per la prima volta ai cronisti le urne che saranno usate per il voto e che la polizia spagnola da settimane cerca invano di sequestrare.

Sono ben 5,3 milioni i catalani attesi ai 2.315 seggi organizzati per l'occasione. Proprio quei seggi che sono già stati occupati da diversi comitati di difesa della secessione. Dei veri e propri presidi che vogliono impedire la chiusura degli uffici elettorali da parte dei 10.000 agenti di polizia arrivati nella regione autonoma. Anche i Mossos d'Esquadra, l'organo di polizia locale, hanno ricevuto l'ordine da parte del tribunale Superiore della Catalgona di provvedere a chiudere i seggi entro sabato. Ma i Mossos hanno già messo le mani avanti e si sono detti intimoriti dai possibili scontri che ne scaturirebbero. 

Le resistenze catalane non rallentano il flusso di contromisure provenienti Madrid. Oggi l'Agenzia di Protezione dei Dati del governo spagnolo ha minacciato di imporre multe fino a 600mila euro alle persone che formeranno i seggi elettorali al referendum. Le multe potrebbero essere imposte per «l'uso fraudolento», secondo l'agenzia spagnola, dei dati degli elettori. 



 

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