Barriera anti-migranti al Brennero, Gentiloni e Alfano scrivono alla Ue. L'Austria: «Agitazione infondata»

Barriera anti-migranti al Brennero, Gentiloni e Alfano scrivono alla Ue. L'Austria: «Agitazione infondata»
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Martedì 12 Aprile 2016, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 13:38

«Le misure annunciate» dall'Austria al Brennero «inducono a chiedere con estrema urgenza la verifica da parte della Commissione della loro compatibilità con le regole di Schengen». Lo scrivono in una lettera congiunta al commissario Ue Avramopoulos i ministri degli Esteri Gentiloni e dell'Interno Alfano sottolineando che «la decisione di ripristinare i controlli interni con l'Italia non appare suffragata da elementi fattuali» e che «la reintroduzione di controlli e/o di barriere tecniche non può in alcun modo essere considerata proporzionata». «Ho chiesto a Calenda di verificare tutti i passaggi normativi a livello europeo per chiedere conto della correttezza delle cose che sta facendo l'Austria. C'è amicizia con l'Austria ma noi pretendiamo che siano rispettate le regole europee», aveva anticipato il premier Renzi.

Il ministro dell'Interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner giudica «non comprensibile» l'agitazione in Italia per l'avvio dei lavori per la costruzione di una barriera anti-migranti al confine del Brennero. Lo ha reso noto in una dichiarazione all'agenzia di stampa Apa. Secondo Mikl-Leitner, viene «ora messo in pratica puntualmente quanto già annunciato da settimane e messo sul tavolo in maniera chiara anche la scorsa settimana a Roma».

Così da Washington il ministro dell'interno Angelino Alfano: «La decisione, se fosse vera, sarebbe inspiegabile e ingiustificabile». «Negli ultimi mesi sono stati più numerosi i casi di immigrati passati dall'Austria all'Italia che non viceversa. Noi abbiamo un sistema di controlli e di registrazione efficace», ha proseguito Alfano parlando con la stampa italiana. «Abbiamo un grande rispetto per la sovranità dell'Austria ma abbiamo anche un grande rispetto per l'unità europea e in particolare per la circolazione libera e sicura», ha sottolineato. «La soluzione non è costruire barriere perchè non creano maggiore sicurezza, anche alla luce del lavoro che abbiamo fatto in questo campo», ha concluso.


Ecco il testo della lettera inviata da Gentiloni e Alfano alla Ue:

«Gentile Commissario, Le scriviamo in relazione alle recenti dichiarazioni del Governo austriaco di attuare a breve misure rafforzate di controllo lungo il confine con l'Italia, tra le quali anche la costruzione di barriere tecniche alla frontiera del Brennero». «Le misure annunciate - proseguono - inducono a chiedere con estrema urgenza la verifica da parte della Commissione della loro compatibilità con le regole del Codice Frontiere Schengen e con i principi generali di necessità, proporzionalità e leale cooperazione. Innanzitutto, sotto il profilo della necessità, la decisione dell'Austria di ripristinare i controlli interni con l'Italia non appare suffragata da elementi fattuali. Nella comunicazione del 14 marzo u.s., il Ministro dell'Interno austriaco non offre alcun dato numerico circa il presunto incremento dei flussi migratori (secondari) dall'Italia». 

«In realtà, dal primo gennaio al 10 aprile 2016, tali movimenti sono stati registrati soprattutto dall'Austria verso l'Italia (2722 cittadini stranieri rintracciati dalla Polizia di frontiera italiana al confine e provenienti dall'Austria a fronte di 179 nello stesso periodo del 2015). Ne sono prova anche le riammissioni tra i due Stati Membri: 674 riammissioni dall'Italia all'Austria a fronte di 179 dall'Austria verso l'Italia». «Peraltro - scrivono ancora i due ministri al commissario europeo per la Migrazione e gli Affari interni - il rapporto settimanale ISAA attesta una significativa riduzione dei flussi anche dal Mediterraneo orientale lungo la rotta balcanica (a seguito dell'Intesa Ue-Turchia del 18 marzo u.s. e della chiusura delle frontiere da parte di alcuni Paesi terzi)». 

​ «Quanto alla proporzionalità, ai sensi del Codice Frontiere Schengen (artt. 23 e 23 bis), i controlli alle frontiere interne possono essere ripristinati come extrema ratio laddove essi rispondano in modo adeguato e proporzionato alla minaccia 'gravè all'ordine pubblico o alla sicurezza interna. Lo Stato Membro, nel disporre la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne, deve anche avere cura di limitare il più possibile l'incidenza e gli effetti negativi sui normali flussi di traffico, sulla libera circolazione dei cittadini e delle merci». «Anche rispetto all'obiettivo di prevenire eventuali movimenti secondari la reintroduzione di controlli e/o di barriere tecniche non può in alcun modo essere considerata proporzionata. Peraltro, nella valutazione della proporzionalità occorre tenere conto dell'intensa attività di cooperazione in atto tra i due Stati Membri (e trilaterale con la Germania), rafforzata ulteriormente nel 2014 con la firma dell'Accordo di cooperazione di polizia e nel 2015 con la sottoscrizione di ulteriori protocolli tecnici. 

Essa si traduce tra l'altro in pattugliamenti congiunti ai posti di valico e sulle principali tratte stradali e ferroviarie». «Inoltre - si legge ancora nella lettera - tra Italia e Austria è operativo un accordo di riammissione firmato a Vienna il 7 ottobre 1997, che consente l'immediata riammissione di migranti che siano rintracciati in posizione irregolare in uno dei due Stati Membri entro i dieci chilometri dalla linea di confine comune, laddove se ne accerti la provenienza dall'altro Stato Membro contraente». «Tutti gli elementi indicati devono essere adeguatamente presi in considerazione anche al fine di verificare l'autonoma violazione del principio di leale cooperazione (art 4.3 TUE art. 347 TFUE).

Un'attenta analisi delle misure annunciate si impone altresì con riferimento all'impatto sul settore dei trasporti e sulla libera circolazione delle merci, anche rispetto all'attuazione degli obblighi di cui al regolamento 2679/98. Le saremmo pertanto grati per un cortese, urgente seguito al fine di ripristinare in modo concertato il normale funzionamento dello spazio Schengen, come richiesto dal Consiglio Europeo nelle Conclusioni del 18-19 febbraio scorso, salvaguardando i valori fondamentali dell'Unione», concludono i ministri Gentiloni e Alfano.

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