Al Qaeda, uccisa in piazza con un colpo di pistola alla testa: era accusata di adulterio

Al Qaeda, uccisa in piazza con un colpo di pistola alla testa: era accusata di adulterio
di Federica Macagnone
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 16:02
L'hanno trascinata in piazza perché venisse uccisa davanti ad altri combattenti, perché venisse ribadito che quella è la fine per chi commette il reato di adulterio.



I militanti di Al-Nusra, un gruppo affiliato ad Al Qaeda, hanno pubblicamente giustiziato una donna di circa 50 anni accusata di aver tradito il marito e di essere una frequentatrice di bordelli, nella città di Maaret Masirin, nel nord-ovest della Siria



L'esecuzione in piazza è stata ripresa con i cellulari e il video è stato pubblicato sul web: nelle immagini una donna vestita di nero, con l'hijab e un giubbotto rosso, viene costretta a inginocchiarsi davanti a un gruppo di combattenti spettatori, che attendono di assistere all'esecuzione. Le sue mani sono legate dietro la schiena, lasciandola un po' sbilanciata in avanti. La testa bassa in attesa dell'atroce destino. I combattenti hanno già impugnato i cellulari per immortalare l'omicidio. Quasi tutti imbracciano mitragliatrici, indossano giubbotti antiproiettile e tute militari.



Un militante parla al pubblico raccontando che per il tribunale islamico si tratta di un caso di adulterio e la donna era una frequentatrice di bordelli. Secondo la Sharia, dichiara l'uomo, tali crimini sono puniti con la morte: il combattente accanto a lui prende una pistola, la punta alla testa della donna e spara un solo colpo. La folla esplode al grido di Allahu Akbar, Dio è grande, prima di disperdersi come se nulla fosse successo.



L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che in totale sono 14 le persone giustiziate da Al Qaeda per presunto adulterio e omosessualità nel Paese, dilaniato dalla guerra. Più fumosi i numeri sui morti per mano degli jihadisti dell'Isis che hanno ucciso diverse persone per i medesimi reati. Il direttore dell'Osservatorio Rami Abdel Rahman ha dichiarato che molte esecuzioni avrebbero avuto luogo in Siria, ma non sono sarebbero state documentate.