Uova contaminate, controlli e proteste

Uova contaminate, controlli e proteste
di Laura Bogliolo e Mirko Polisano
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Agosto 2017, 18:52
L'ALLERTA
Uova con il fipronil ad Acilia, in provincia e a Vetralla (Viterbo). I tre casi di positività all'insetticida vietato negli animali destinati alla catena alimentare e ritenuto «moderatamente tossico» per l'uomo, crea subbuglio nei consumatori, ma anche negli allevatori del quadrante sud di Roma.
«Le nostre uova sono sicure - dice Carlo Carloni di un'azienda agricola di Dragona - non abbiamo mai utilizzato insetticida del genere». Sulla stessa linea i produttori dell'agro romano. «Aspettiamo l'esito dei controlli - aggiunge un altro allevatore - ma i nostri clienti e consumatori non corrono nessun rischio». Nella Regione soltanto un allevamento è stato trovato positivo all'insetticida (a Vetralla). Negli altri due casi (due piccoli laboratori di pasta all'uovo, quello di Acilia, l'altro in provincia) la contaminazione è avvenuta attraverso l'uso di un ingrediente acquistato in un'altra regione, in entrambi i casi nelle Marche. Ad Acilia gli ispettori della Asl stanno risalendo all'intera filiera che sembra portare a un'azienda nelle Marche. L'indagine, al momento, resta secretata e i nomi delle attività coinvolte fanno parte del segreto istruttorio. L'attenzione, dunque, anche nel caso di Acilia si sta concentrando sulle industrie del centro Italia. I controlli nella Capitale continueranno nei prossimi giorni e riguarderanno anche il litorale da Ostia a Fiumicino.
LE CERTIFICAZIONI
I carabinieri per la Tutela della Salute (Nas), i tecnici delle Asl, i biologi dell'Istituto Zooprofilattico e ora anche gli allevatori. Controlli a tappeto su uova, carne di pollo e prodotti derivati da parte degli organismi pubblici, ma anche da parte degli operatori. La guerra contro l'insetticida vietato negli animali destinati alla catena alimentare e ritenuto «moderatamente tossico» per l'uomo, si combatte anche con l'arrivo della «certificazione Fipronil free». Coldiretti ha annunciato che l'associazione di categoria Assoavi ha deciso «l'avvio immediato del campionamento, a supporto dell'attività degli organismi pubblici secondo le metodiche utilizzate dai laboratori».
I DATI
Secondo i dati Coldiretti nel Lazio ci sono 1.000 allevamenti di polli, galline e tacchini. Ma nella penisola più della metà della produzione è concentrata nel Nord Italia con la Lombardia che guida le statistiche (27%), seguita da Veneto (22%) ed Emilia Romagna (21%). Capita quindi che uova o prodotti derivati vengano importati da altre Regione. E secondo le attuali regole nazionali, non è obbligatorio esporre sull'etichetta la provenienza degli ingredienti (c'è l'obbligo solo per le uova, non per i derivati che poi finiscono in dolci o paste).
IL TAVOLO
«Non sappiamo quali aziende comprano dall'estero - afferma David Granieri, presidente Coldiretti Lazio - mentre l'uovo è tracciato, per i derivati il dato è secretato per questioni di concorrenza, ma noi chiediamo che venga reso noto così come sta accadendo con il grano e la pasta. E' fondamentale - afferma - assicurare la correttezza del consumo. Insomma - conclude - si deve togliere il segreto sulla destinazione finale delle importazioni». Anche il ministero della Salute si è espresso a favore del marchio «fiprofil free». A livello nazionale ieri sono stati segnalati altri due casi in Campania e in Emilia Romagna e lunedì è previsto un tavolo interministeriale con le associazioni di categoria.