Cucchi, Procura apre indagine dopo la denuncia della famiglia contro il medico legale Arbarello

Cucchi, Procura apre indagine dopo la denuncia della famiglia contro il medico legale Arbarello
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Venerdì 7 Novembre 2014, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 14:36

La procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, nè indagati, in seguito all'esposto presentato dalla famiglia di Stefano Cucchi nei confronti del medico legale Paolo Arbarello con riferimento alla perizia del processo di primo grado.

A seguire gli accertamenti sarà il procuratore Giuseppe Pignatone. Il fascicolo aperto sarà circoscritto agli episodi indicati nell'esposto e non costituisce l'avvio di nuove indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Quest'ultime, come precisato dallo stesso Pignatone nei giorni scorsi, saranno subordinate all'esame di tutto il carteggio e delle motivazioni di assoluzione della corte di assise di appello di medici, infermieri e guardie penitenziarie.

«Gli elementi della perizia contestati sono diversi e sono tra loro connessi, ma uno prevale su tutti: il catetere».

Così l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, spiega il punto focale da affrontare. «A Stefano viene inserito il catetere perché aveva riferito ai medici di non potere urinare autonomamente - continua l'avvocato Anselmo - mentre i medici hanno riferito di averlo utilizzato per comodità. In realtà Stefano aveva una lesione alla regione sacrale che gli ha provocato l'impossibilità di urinare ed è per questo che gli venne inserito il catetere, tanto che appena inserito uscirono 440 cc di urina. Poi, però, il catetere si è ostruito, tanto da provocare lesioni al globo vescicale - prosegue il legale - trovato con un litro e mezzo di liquido all'interno. Stefano non riusciva ad urinare a causa della lesione alla regione sacrale, dovuta probabilmente alle botte, e per questo è stato inserito il catetere, ma in aula è stato detto che invece era stato utilizzato per comodità. Non può essere».

Legale della famglia da Pignatore. «Non ci interessa trovare un colpevole a tutti i costi. Chiediamo che il caso di Stefano Cucchi venga trattato come tutti gli omicidi preterintenzionali. Perché questo è un omicidio preterintenzionale». Così l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, al termine dell'incontro di questo pomeriggio con il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone. «È fisiologico - ha spiegato Anselmo - che in un processo gli imputati possano essere o meno condannati. Ma i presunti autori di un pestaggio non possono essere processati per lesioni colpose lievi». Lo stesso avvocato, che non ha voluto rivelare i particolari del colloquio con Pignatone -durato circa trenta minuti- ha parlato di un incontro «cordiale e costruttivo».

Albarello. «Non mi sento di fare nessuna dichiarazione in merito. Posso solo dire di aver dato mandato al mio legale di esaminare tutte le dichiarazioni verbali e scritte che sono state fatte contro di me». È quanto afferma Paolo Arbarello, ex direttore del Dipartimento di Medicina legale della Sapienza di Roma e consulente dei pm al processo relativo alla morte di Stefano Cucchi. Il professore preferisce non replicare alla sorella di Stefano, Ilaria, che ha presentato un esposto alla Procura di Roma, accusandolo in sostanza d'aver anticipato il suo giudizio sull'esito della consulenza fatta per conto dell'ufficio del pubblico ministero prima ancora che il documento venisse depositato.

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