«Il terzo appuntamento è servito per un proficuo confronto sugli elementi sin qui raccolti dai due uffici. In particolare il Procuratore Generale dell'Egitto ha illustrato e consegnato l'ampia, completa e approfondita relazione sull'esame del traffico delle celle che coprono l'area della zona della scomparsa e del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni», continua il comunicato congiunto in cui si aggiunge che «sono in corso tutti i necessari approfondimenti investigativi sui soggetti le cui utenze risultano presenti in ambedue le aree».
Dall'incontro è emerso poi che la polizia egiziana indagò su Regeni. Nella nota congiunta si afferma che il Procuratore Generale d'Egitto ha riferito «di aver accertato che la Polizia del Cairo, in data 7 gennaio 2016, ha ricevuto dal Capo del sindacato indipendente dei rivenditori ambulanti un esposto su Giulio Regeni a seguito del quale la Polizia ha eseguito accertamenti sull'attività dello stesso. All'esito delle verifiche «durate tre giorni, non è stata riscontrata alcuna attività di interesse per la sicurezza nazionale e, quindi, sono cessati gli accertamenti».
Il procuratore generale dell'Egitto ha espresso poi la disponibilità a incontrare a breve i genitori di Regeni. In particolare Sadek «ha espresso la sua disponibilità a incontrare i genitori per manifestare anche a loro l'impegno e la volontà di giungere alla scoperta e alla punizione dei colpevoli di un così grave delitto».
In base a quanto é filtrato nel corso dell'incontro si è respirato un clima di fattiva collaborazione. C'è stato lo scambio di documenti tra le due delegazioni, così come richiesto nelle reciproche rogatorie. Il procuratore capo Pignatone, il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto procuratore Sergio Colaiocco hanno consegnato agli omologhi egiziani guidati da Sadek, il pc del ricercatore italiano, illustrando anche i
documenti consegnati, in particolare quelli relativi ai contatti telefonici avuti da Giulio nel corso della sua permanenza in Italia a Natale scorso. Dal canto loro i magistrati egiziani hanno depositato una ampia documentazione frutto del lavoro di indagine svolto dopo la prima riunione, nell'aprile scorso.
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