Michele Buoninconti è stato condannato a trent'anni per l'omicidio e l'occultamento di cadavere della moglie, Elena Ceste, scomparsa nel gennaio 2014 e ritrovata morta dieci mesi dopo a Costigliole d'Asti. Il giudice Roberto Amerio ha accolto le tesi dell'accusa, che aveva chiesto il massimo della pena nel processo di primo grado col rito abbreviato.
Buoninconti, in carcere dallo scorso gennaio, si era sempre dichiarato «innocente».
Il giudice Amerio ha anche assegnato un risarcimento di 300mila euro per ciascuno dei quattro figli, di 180mila euro per i genitori e la sorella, e di 50 mila euro per il cognato.
«Buoninconti rivendica la sua innocenza e continuerò la sua battaglia», afferma il suo legale, Giuseppe Marazzita, che definisce «ingiusta» la condanna. «Sapevamo fosse un processo complesso per il condizionamento mediatico - aggiunge -. Michele sperava in un risultato positivo, noi lo abbiamo tranquillizzato sul suo eccessivo ottimismo. Tra novanta giorni leggeremo le motivazioni della sentenza e valuteremo come impostare il ricorso. Andremo in Appello e, se necessario, in Cassazione».
Per dieci mesi Elena ceste è stata soltanto una persona «scomparsa». La svolta il 18 ottobre di un anno fa, dopo dieci mesi di ricerche, quando il cadavere comparve in un canale di scolo a poche centinaia di metri dalla villetta dove abitava.