Fuga dei medici di base, Gimbe denuncia: «I bandi sono fermi». Schillaci: «Noi nei tempi»

Fuga dei medici di base, Gimbe denuncia: «I bandi sono fermi». Schillaci: «Noi nei tempi»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 14 Luglio 2023, 06:26
Nel Paese in cui quando il tuo medico di famiglia va in pensione trovare un successore è una missione quasi impossibile, c'è il rischio di arrivare in ritardo proprio nel rispetto di uno degli obiettivi del Pnrr che interessa questa emergenza: l'assegnazione di 1.800 borse di studio per formare i medici di famiglia. L'analisi è di Gimbe, la fondazione indipendente che svolge studi e report sulla sanità italiana. Denuncia il suo presidente, Nino Cartabellotta: «Nel corso delle ultime settimane il dibattito politico si è progressivamente infuocato sul tema dei ritardi dell'Italia nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per questo abbiamo effettuato un monitoraggio indipendente dello status di avanzamento della Missione Salute del Pnrr. Bene, al 30 giugno 2023 tutte le scadenze europee risultano rispettate ad eccezione dell'obiettivo "Assegnazione di 1.800 borse di studio per la formazione specifica in Medicina generale", destinate alla formazione dei nuovi medici di famiglia. A fronte di risorse ripartite alle Regioni nell'ottobre 2022, ad oggi non risulta alcuna assegnazione delle borse di studio. Senza entrare nel merito delle sinergie e delle relative responsabilità di Governo e Regioni, di fatto l'obiettivo non risulta centrato come riportato sul sito del Ministero della Salute». La formazione di nuove leve per questo settore nevralgico sta andando a rilento.

 

SPINTA

Dal Ministero della Salute negano che vi siano ritardi («Il target europeo del Pnrr Missione Salute riferito alle 1.800 borse aggiuntive di formazione specifica per medici di medicina generale, 900 per il triennio 2021-2024 e ulteriori 900 per il triennio 2022-2025, è stato pienamente raggiunto»). Gimbe cita però il sito Pnrr del Ministero stesso che risulta aggiornato al 15 giugno. Più in generale c'è ancora uno scarso utilizzo dei fondi assegnati alla "Missione Salute". Spiega l'analisi di Gimbe: «La "Terza relazione sullo stato di attuazione del Pnrr" del Governo riporta che la maggior parte delle amministrazioni ha raggiunto un livello di spesa inferiore alle previsioni. A fronte di uno stanziamento di 15.625,5 milioni di euro, sono stati spesi meno di 79 milioni, ovvero lo 0,5% dei fondi. Un dato che conferma i ritardi accumulati sulle scadenze nazionali e che potrebbe incidere sul raggiungimento degli obiettivi finali. Gli elementi di debolezza e criticità sono su tre obiettivi: casa della Comunità e presa in carico della persona, ospedali di Comunità e ospedale sicuro e sostenibile».
La parte che riguarda però la necessità di formare nuovi medici di base è quella più preoccupante. In un Paese che invecchia, i camici bianchi vanno in pensione, il ricambio è in ritardo. Una popolazione sempre più anziana avrebbe bisogno di una risposta puntuale dal proprio medico di base, che spesso invece è irraggiungibile a causa di un numero eccessivo di pazienti. Alcuni dati: in Italia mancano 2.900 medici di base e nei prossimi due anni ne perderemo altri 3.400. Questo significa che due medici su cinque superano ampiamente il numero ottimale di pazienti che dovrebbero seguire, 1.500. Le ultime proiezioni ipotizzano che nei prossimi dieci anni andranno in pensione 20mila medici di medicina generale. Anche con le nuove borse di studio destinate ai corsi di formazione non sarà garantito il ricambio generazionale. E le carenze maggiori saranno nel Centro Sud, in particolare nel Lazio, in Campania, in Sicilia e in Puglia.

 

REAZIONI

Ieri ha commentato la senatrice Sandra Zampa, capogruppo Pd in commissione Affari sociali a Palazzo Madama: «Preoccupano i dati diffusi dalla fondazione Gimbe circa lo stato di attuazione del Pnrr missione salute. Preoccupano perché risulta non rispettata la scadenza europea dell'assegnazione di 1.800 borse di studio per la formazione dei medici di famiglia, un punto nevralgico della crisi del sistema sanitario. Ancora più grave risulta il dato secondo cui la maggior parte delle amministrazioni titolari non è stata in grado di spendere quanto messo a disposizione». Replica del Ministero della Salute: «Il Pnrr è un "programma performance based" e non un programma di spesa. Dall'ultima rilevazione aggiornata Regis risulta l'1,15 per cento delle spese dichiarate sostenute sul totale del finanziamento in conformità allo stato di avanzamento delle attività fin qui conseguite coerentemente con l'andamento del Piano».
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