Giuseppe Conte non si ferma. Dopo aver sollevato la questione dei fondi per gli armamenti e aver detto “no” all’invio di armi pesanti all’Ucraina, il leader dei 5Stelle continua ad attaccare Mario Draghi sul fronte del Superbonus del 110% e dei poteri straordinari affidati con il decreto-aiuti al sindaco Roberto Gualtieri per realizzare il termovalorizzatore di Roma.
Conte, l'escalation contro Draghi
Una vera e propria escalation.
I sospetti
A palazzo Chigi non si fanno però impressionare. Draghi viene descritto solo «un pochino dispiaciuto» per le polemiche del socio di maggioranza relativa. Convinto però che Conte abbai, ma non morda. Insomma, la tesi prevalente è che il leader 5Stelle, che strepita nella speranza di rialzare le sorti del Movimento in picchiata da mesi nei sondaggi, non possa aprire la crisi: i parlamentari grillini, decisi a conservare la poltrona fino alla fine della legislatura la prossima primavera, non lo seguirebbero. Ciò detto, Draghi non ha alcuna intenzione di venire stritolato dalla riedizione dell’asse giallo-verde con Matteo Salvini che fa più o meno il guastatore al pari di Conte. E andrà avanti «fin quando sarà possibile». Come dire: attenti a non tirare troppo la corda, perché se e quando la guerra in Ucraina finirà, tornerà il discorso fatto a febbraio: «Non sono attaccato alla poltrona, resto a palazzo Chigi solo se si può lavorare per il Paese».